L’aggressione a Malala Yousafzai
Un talebano in Pakistan ha sparato a una ragazzina di 14 anni, famosa per aver scritto un testo contro la violenza e di cui avevano parlato molti giornali internazionali
Una ragazzina pakistana di 14 anni, Malala Yousafzai, è stata ferita alla testa da un colpo di pistola sparato da un talebano, dice il Guardian. La ragazza è stata ferita a Mingora, nella valle Swat, un luogo oggetto nel 2009 di molti combattimenti tra i talebani e l’esercito, mentre saliva sullo scuolabus che doveva riportarla a casa. Malala Yousafzai è viva ma è in gravi condizioni: è ferita alla testa e al collo e dovrà probabilmente essere trasferita in una struttura meglio attrezzata. Un’altra ragazza è rimasta ferita nell’attacco, che è stato rivendicato da Ehsanullah Ehsan, portavoce dei talebani.
Malala Yousafzai non è una ragazzina qualsiasi: nel 2009, durante i combattimenti di cui sopra, scrisse un testo raccontando il caos della città e i roghi delle scuole femminili da parte dei talebani. Il testo fu pubblicato sul sito della BBC e circolò molto in Pakistan. La sua storia era stata raccontata da molte testate internazionali, le sue foto erano state diffuse da grandi agenzie. Il primo ministro pakistano le assegnò la prima edizione di un “premio nazionale per la pace” e un assegno da circa 4000 euro. Yousafzai in altre occasioni aveva detto di voler creare da grande un partito politico e darsi da fare per le ragazze della sua zona. I talebani del Pakistan, scrive il Guardian, da tempo l’avevano inserita in un elenco di persone da colpire perché responsabili della diffusione del “secolarismo” nella zona. Il portavoce dei talebani, dopo aver rivendicato l’aggressione, ha detto che Malala Yousafzai si è resa responsabile di “oscenità” che andavano “fermate”.
Fazal Maula Zahid, un attivista anti-talebano della zona testimone dell’accaduto, ha raccontato che l’aggressore si è avvicinato al gruppo di ragazzine e ha chiesto chi fosse Malala. Una delle ragazze l’ha indicata, l’aggressore ha sparato a entrambe. L’attacco è considerato molto grave anche perché mette in dubbio la sicurezza delle persone di una zona piuttosto battuta dai turisti che si considerava sicura dai combattimenti del 2009.
Foto: Malala Yousafzai soccorsa dopo l’aggressione. (STR/AFP/GettyImages)