Il Rothko sfregiato e lo “Yellowism”
L'uomo che domenica ha fatto una scritta con un pennarello su un'opera esposta alla Tate Modern ha dato spiegazioni artistiche del gesto
di Elia Alovisi
Il quadro Black on Maroon dell’artista americano Mark Rothko, esposto alla Tate Modern di Londra, è stato deturpato con un pennarello nero nel primo pomeriggio di domenica 7 ottobre. Un uomo ha scritto “VLADIMIR UMANETS ’12: A POTENTIAL PIECE OF YELLOWISM” (Vladimir Umanets ’12: una potenziale opera yellowistica) nell’angolo in basso a destra della tela. Un testimone, Tim Wright, ha postato su Twitter l’immagine del quadro appena vandalizzato descrivendo la situazione come “surreale”.
Just saw this Rothko painting being defaced #tatemodern twitter.com/WrightTG/statu…
— Tim Wright (@WrightTG) October 7, 2012
@mattlosvert this guy calmly walked up, took out a marker pen and tagged it. Surreal.
— Tim Wright (@WrightTG) October 7, 2012
L’autore della scritta si è fatto avanti ieri. Contattato tramite un numero di cellulare pubblicato sul sito www.thisisyellowism.com, ha definito il proprio gesto «una dichiarazione artistica», dichiarando di non aver commesso alcun atto criminale ma di essere conscio della concreta possibilità di essere arrestato per le proprie azioni. Secondo l’uomo, lo Yellowism (“Giallismo”) sarebbe un «elemento di cultura visuale contemporanea» e non un movimento, fatto «né di arte, né di anti-arte».
Umanets ha proseguito paragonandosi al dadaista e surrealista Marcel Duchamp, celebre per i suoi cosiddetti “ready-made”: normali oggetti resi opere da semplici interventi artistici (le più celebri sono l’orinatoio firmato e rinominato Fountain (Fontana) e la Monna Lisa baffuta intitolata L.H.O.O.Q.) con l’intento di mettere in dubbio il concetto tradizionale di “arte”. «Non dico di essere un nuovo Marcel Duchamp. Non sono un graffitaro. Sto facendo qualcosa di mio… Dopo Duchamp, non c’è stato più nulla. Credo che Marcel Duchamp sarebbe davvero felice».
L’uomo ha insistito sulla natura artistica del proprio gesto, dicendo di non volere «essere considerato un vandalo, o qualcuno che vuole distruggere qualcosa, soprattutto un dipinto così prezioso» e sostenendo che fosse «più una questione di cambiare la percezione delle cose, degli spettatori». Secondo le intenzioni di Umanets, la scritta avrebbe anzi aumentato il valore dell’opera in quanto «qualcosa di nuovo».
Il quadro rovinato fa parte di una serie di quattro opere di Rothko, i Seagram Murals, commissionati nel 1950 per il ristorante Four Seasons di New York e donati al museo inglese nel 1969 dall’artista stesso poco prima del suo suicidio. Rothko, appartenente alla corrente dell’espressionismo astratto, è considerato uno dei maggiori autori del ventesimo secolo. In aprile il suo Orange, Red, Yellow è stato venduto per 86,9 milioni di dollari a un’asta di Christie’s, a New York.