Ieri ad Atene
Le foto delle proteste e degli scontri nel giorno della visita di Angela Merkel
Per la prima volta dall’inizio della crisi dell’eurozona, oggi il cancelliere tedesco Angela Merkel è in visita ufficiale ad Atene, in Grecia. Angela Merkel è arrivata alle 13.30 ora locale, le 12.30 in Italia, e resterà ad Atene per sei ore, durante le quali incontrerà il primo ministro Antonis Samaras e il presidente Karolos Papoulias. Durante la giornata sono state organizzate diverse manifestazioni di protesta contro Angela Merkel, definita o raffigurata più volte come nazista. Ci sono stati anche dei lanci di pietre e le forze dell’ordine hanno respinto con delle cariche i tentativi di entrare nella zona vietata alle manifestazioni.
In città sono state predisposte significative misure di sicurezza, le più grandi da dieci anni a questa parte: settemila agenti sono in servizio per le strade, le manifestazioni e i raduni sono stati vietati in certe zone e gli attivisti sono stati invitati a “proteggere la pace”. La stampa di centrosinistra ha invitato ad accogliere Angela Merkel con grandi e pacifiche manifestazioni di protesta, ma c’è preoccupazione perché praticamente nessuna grande manifestazione ad Atene negli ultimi mesi è stata mai completamente pacifica. La polizia ha lanciato lacrimogeni contro alcuni manifestanti, che hanno cercato di superare i blocchi e di dirigersi verso il convoglio che trasportava Angela Merkel verso il palazzo presidenziale. Già ieri sera c’è stata una manifestazione durante la quale sono stati esposti striscioni molto critici contro Angela Merkel, alcuni anche con delle svastiche.
La visita di Angela Merkel, inoltre, arriva in un momento particolarmente delicato. Il governo greco infatti deve approvare entro il 18 ottobre nuovi tagli per 13 miliardi di euro, se vuole ricevere la nuova rata del prestito internazionale garantito da Banca Centrale Europea, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale, necessario per evitare il fallimento. Il governo ha definito la visita di Merkel un “passo positivo” e un “messaggio di fiducia nel governo e nell’economia della Grecia”.
Col passare dei mesi Germania e Grecia sono diventate, per ragioni opposte, le nazioni simbolo della crisi economica europea: la prima per via della sua difesa delle misure di austerità e della sua opposizione a misure, come gli eurobond, che avrebbero alleviato il peso degli interessi sui paesi più indebitati; la seconda per via della sua drammatica situazione economica e sociale, diventata persino proverbio (la-fine-della-Grecia). La Germania è allo stesso tempo il paese che più di ogni altro ha contribuito finanziariamente ai prestiti internazionali per la Grecia e il paese che ha promosso le politiche di austerità e i tagli che queste richiedono.
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