La giustizia italiana in 4 grafici
Francesco Grignetti spiega sulla Stampa perché in Italia i tempi necessari per risolvere una controversia commerciale hanno un costo sociale di 18 miliardi di euro
Oggi sulla Stampa Francesco Grignetti parla dell’inefficienza della giustizia in Italia e spiega come i 1210 giorni necessari in media per risolvere una controversia commerciale siano una delle cause principali dei mancati investimenti nel nostro paese da parte di aziende straniere. In Irlanda, per esempio, ne bastano la metà. Le perdite attribuibili ai difetti della giustizia avrebbero inoltre un costo sociale altissimo: 18 miliardi di euro all’anno, un punto di PIL. L’articolo è accompagnato da quattro grafici che spiegano tempi e costi della giustizia civile e mostrano la posizione dell’Italia.
È banale, ma sacrosanto: non c’è azienda che decida d’investire se non ha fiducia in un Paese. L’economia vive di fiducia. E finora, al riguardo, è stato sottovalutato l’impatto negativo di una giustizia inefficiente. Che diventa immediatamente un freno. «Il costo sociale dell’inefficienza della giustizia – ripete spesso la ministra della Giustizia, Paola Severino – è enorme». Forte della sua esperienza di avvocato che ha patrocinato diverse grandi aziende italiane, la Severino è particolarmente attenta a questi aspetti. È lei che s’è inventata il Tribunale delle imprese, che in pratica sono sezioni specializzate per creare una corsia preferenziale. Qualcuno potrebbe obiettare: perché preoccuparsi di una giustizia efficiente per le aziende e non per il comune cittadino? La risposta l’ha data l’ex Governatore di Banca d’Italia, Mario Draghi: «Perché la perdita annua di prodotto attribuibile ai difetti della nostra giustizia civile potrebbe giungere a 1 punto percentuale del Pil». In cifre, sono 18 miliardi di euro che ci potrebbero essere e che non ci sono. E ciò significa, in concreto, che ci sono multinazionali che rinunciano ad aprire fabbriche o filiali da noi perché terrorizzate dalla prospettiva di affrontare 41 passaggi per risolvere una controversia commerciale. Peggio di noi fanno solo Brasile e India. In Irlanda ne bastano la metà.
A fronte di una procedura bizantina, ovviamente lievitano i tempi: come ricorda la Fondazione Hume, se in media nei Paesi Ocse occorrono 511 giorni per vedere risolta la controversia, in Italia serve una pazienza infinita perché i giorni in media saranno 1210. Per non parlare dei costi: le spese legali alla fine assorbiranno quasi il 30% del valore in causa quando nei principali Paesi europei si spende al massimo il 20% (e in Norvegia il 9,9% del valore della disputa).