Il re di Giordania ha sciolto il Parlamento
E ha convocato elezioni anticipate, prima di una grande protesta organizzata dall'opposizione che chiede da mesi riforme costituzionali e una nuova legge elettorale
Ieri, il re di Giordania Abdullah II ha sciolto la Camera dei Deputati e convocato elezioni anticipate entro la fine del 2012. L’annuncio è stato fatto con un comunicato ufficiale il giorno prima di un’importante manifestazione organizzata dai Fratelli Musulmani, principale forza di opposizione al re, nella capitale Amman. In piazza sono attese per oggi più di 50 mila persone per chiedere una legge elettorale più democratica, una seria lotta contro la corruzione e riforme costituzionali.
Sono mesi che, sulla scia della Primavera araba, le forze di opposizione in Giordania organizzano ogni venerdì cortei di protesta. A luglio scorso, Re Abdullah aveva già annunciato l’intenzione di indire nuove elezioni, ma i Fratelli Musulmani avevano reagito dicendo che le avrebbero boicottate, per protestare contro la mancanza di una reale volontà di riformare il Paese. Proprio come avvenne nel 2010, quando la Giordania organizzò le elezioni dopo lo scioglimento del Parlamento da parte del re.
La Giordania è una monarchia costituzionale: il potere esecutivo è detenuto dal re e da un Consiglio il cui primo ministro viene nominato dal sovrano. Il re firma le leggi, nomina e rimuove i giudici, può revocare i ministri, approva gli emendamenti alla Costituzione, e ha potere sulle forze armate. Il potere legislativo spetta invece all’Assemblea nazionale, composta dalla Camera dei deputati eletta ogni 4 anni e da un’Assemblea di Notabili formata da membri della Camera scelti dal re. I Fratelli Musulmani chiedono una nuova elegge elettorale perché quella attuale favorisce le aree rurali, tradizionalmente vicine al re, e un sistema parlamentare in cui il primo ministro venga eletto e non nominato.
Foto: Re Abdullah II all’Assemblea generale delle Nazioni Unite,
New York, 25 settembre 2012 (Michael Nagle/Getty Images)