«Amici, tocca a noi»
Il discorso pronunciato ieri da Ed Miliband al congresso annuale dei laburisti britannici organizzato a Manchester
di Ed Miliband - Leader del Partito Laburista
Ieri, durante la conferenza annuale del Partito Laburista britannico organizzata a Manchester, il leader del partito Ed Miliband ha tenuto un discorso molto apprezzato sul futuro dei laburisti e naturalmente del Regno Unito. Europa ne ha tradotti ampi stralci.
È fantastico essere qui nella Manchester laburista. Sapete che conservo un ricordo speciale di Manchester, perché è qui che due anni fa sono stato eletto leader di questo partito. Sono più vecchio – a dire il vero mi sento molto più vecchio – spero di essere un po’ più saggio, ma sono più orgoglioso che mai di essere il leader del partito laburista. […] Oggi vorrei raccontarvi la mia storia, chi sono, quello in cui credo, e perché credo fortemente che insieme possiamo cambiare questa storia. È una convinzione radicata nella vicenda della mia famiglia, una vicenda che comincia a mille miglia da qui perché negli ultimi cinquecento anni i Miliband non sono mai potuti restare seduti sotto la stessa quercia. Entrambi i miei genitori sono arrivati in Gran Bretagna da immigrati, profughi ebrei del nazismo. Non potrei essere qui su questo palco, oggi, senza la compassione e la tolleranza del nostro grande paese, la Gran Bretagna.
Sono nato nell’ospedale pubblico più vicino a casa, lo stesso dove sarebbero nati i miei due figli. Sono andato alla scuola del mio quartiere, con ragazzi di tutte le estrazioni. […] La Gran Bretagna ha regalato alla mia famiglia una cosa che i miei genitori non hanno avuto: un’infanzia tranquilla e sicura. I miei genitori non parlavano molto delle loro vite: era troppo doloroso, la sofferenza per le persone perdute, il senso di colpa dei sopravvissuti. Ma credo che la loro esperienza li abbia portati a crescere me e David in modo diverso, proprio perché hanno dovuto lottare per la sopravvivenza stessa ci hanno insegnato il dovere di alleviare le sofferenze altrui. […]
È questa educazione che mi reso ciò che sono: un uomo di fede, non una fede religiosa, ma pur sempre una fede. Una fede – penso – che anche molte persone religiose riconoscono. La mia fede è questa: credo che abbiamo il dovere di lasciare il mondo un po’ meglio di come l’abbiamo trovato. Credo che non possiamo limitarci a scuotere le spalle di fronte alle ingiustizie, dicendo “il mondo è fatto così”, e credo che se ci mettiamo insieme come persone possiamo superare qualsiasi difficoltà. […]
Vorrei parlare a tutte quelle persone che hanno sempre pensato di essere benestanti, e che oggi faticano a far quadrare i conti. Oggi chiedono: perché se il prezzo del petrolio sale la benzina diventa più cara, ma se il prezzo scende la benzina costa sempre lo stesso? Perché le bollette continuano ad aumentare? Perché le ferrovie privatizzate possono fare centinaia di migliaia di dollari di profitti mentre i prezzi dei biglietti salgono del 10 per cento ogni anno? […] C’è un problema serio su come questo paese viene mandato avanti e chi prospera al suo interno: certe regole per chi sta al vertice, altre per tutti gli altri. Due nazioni, non una sola. Vorrei dire a quelle persone che non è questa la Gran Bretagna in cui credete voi, non è questa la Gran Bretagna in cui credo io, non è questa la Gran Bretagna che piace a questo partito.