Quattro giornalisti italiani arrestati a Cuba
Volevano intervistare il fratello della donna accusata degli omicidi di Lignano, avevano visti turistici sebbene fossero lì per lavoro
Aggiornamento, ore 18: i quattro giornalisti italiani che ieri sera erano stati arrestati a Cuba sarebbero stati tutti rimessi in libertà, scrive il Corriere della Sera, che aggiunge, citando fonti interne alla Farnesina, che non saranno processati per direttissima.
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Ieri a Cuba sono stati arrestati quattro giornalisti italiani che si trovavano sull’isola per fare un’intervista a Reiver Laborde Rico, 24 anni, fratello di Lisandra, la ragazza cubana che ha confessato l’omicidio di due persone a Lignano Sabbiadoro, avvenuto il 19 agosto. Il motivo dell’arresto, scrive Repubblica, è un’irregolarità riguardante i visti.
“Ieri mattina sei uomini ci hanno sequestrato dalla casa di Reiver Laborde Rico, il giovane 24enne ritenuto complice dagli inquirenti italiani della sorella Lisandra, rea confessa del duplice omicidio di Lignano. Hanno fatto irruzione nell’appartamento e hanno ripulito le schede di tutto il girato fatto”. Così Stefano Cavicchi, fotoreporter del Corriere della Sera racconta la videnda successa a lui e altri tre inviati italiani, a Cuba per realizzare un reportage sul delitto dei coniugi di Lignano Sabbiadoro. Ilaria Cavo, giornalista Mediaset, insieme al suo operatore Fabio Tricarico, al cronista del Messaggero Veneto Domenico Pecile e al reporter del quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli sono stati arrestati nella notte dalle autorità cubane mentre facevano il loro lavoro. Rilasciati dopo diverse ore, sono ora in attesa del processo per direttissima che avrà inzio alle 15, ore italiane.
“Ora siamo a Camaguey, un paese di 300mila abitanti”, ha spiegato ancora Cavicchi raggiunto telefonicamente da TgCom24. “Dopo 12 ore di interrogatorio, due ore fa, siamo stati riaccompagnati, io un hotel. Gli altri giornalisti sono insieme in una casa, sempre scortati dalle forze dell’ordine”. “Ieri sera mi hanno chiuso in macchina e portato in caserma. Pensavo addirittura che fossero venuti ad arrestare Reiver Laborde Rico” ha aggiunto. “Adesso saremo sottoposti a una specie di processo, non so cosa succederà”. “Ci hanno portato via i passaporti”, ha concluso, “e hanno cancellato filmati e fotografie dalla memoria di macchine e telecamere. Alle nove (le 15 in Italia) torneremo nel palazzo del ministero dell’Interno dove ci diranno la nostra sorte”. I quattro sono stati fermati ufficilamente perché in possesso di un visto turistico pur trovandosi a Cuba per motivi di lavoro. Gli inviati, tuttavia, dichiarano che al momento dell’arresto non avevano attrezzature da professionisti, ma solo piccole videocamere e compatte.
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