Il presidente ceco aggredito con una pistola ad aria compressa
Nessuna conseguenza rilevante ma oggi circolano molte critiche sull'operato delle guardie del corpo, che stavano a guardare
Ieri, nella città di Chrastava, in Repubblica Ceca, il presidente della Repubblica Ceca Vaclav Klaus è stato vittima di uno strano attentato da parte di un giovane di 26 anni, che gli ha sparato numerosi colpi da distanza ravvicinata con una pistola ad aria compressa. L’aggressione, avvenuta durante la cerimonia di inaugurazione di un ponte nel nord del paese, non ha avuto conseguenze per Klaus – a parte qualche abrasione – e il presidente ceco ha continuato la visita senza particolari problemi.
L’attentato ha però sollevato qualche critica sul servizio di sicurezza del presidente, incapace di impedire al ragazzo di arrivare a un metro da Klaus con una pistola in mano e decisamente lento a reagire una volta che il ragazzo ha estratto la pistola e ha cominciato a sparare.
Secondo quanto riporta la BBC il ragazzo, che prima di essere portato via dalla polizia è stato intervistato brevemente da una televisione locale, è un simpatizzante comunista. Ciò che lo ha spinto a compiere questo gesto dimostrativo, secondo quanto ha raccontato lo stesso attentatore, è il fatto che secondo lui il governo si sta dimostrando completamente sordo di fronte alle necessità della gente comune.
Vaclav Klaus, che ha 71 anni e che è presidente dal 2003, era stato negli anni Novanta primo ministro della Repubblica Ceca. In quegli anni aveva contribuito alle riforme che avevano traghettato l’economia ceca fuori dal complicato periodo che seguì la caduta del comunismo. Klaus, scrive ancora la BBC, è sempre stato un grande oppositore all’entrata della Repubblica Ceca nell’Unione Europea.