Desolante lettera morta

Il direttore del Corriere chiede ai partiti un impegno serio e credibile per un patto sulle regole e la ricostruzione della politica: ma si vede che ci crede poco

Oggi, come avviene di rado, l’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera è firmato dal direttore Ferruccio De Bortoli: che fa il punto sul lavoro del governo Monti e su quello dei partiti per preparare il proprio ritorno al governo, e trova quest’ultimo molto insoddisfacente. Per cui propone un “patto pre-elettorale”, ma lo propone con uno stanco disincanto.

Alle elezioni (si voterà il 7-8 aprile?) mancano sei mesi abbondanti. Non sappiamo con quale legge voteremo, chi si presenterà, e se la sera degli scrutini conosceremo la coalizione di governo. La metà degli italiani non esprime nei sondaggi alcun orientamento. E non possiamo quindi stupirci se la stragrande maggioranza degli investitori, nell’incertezza assoluta, si astenga dal considerare il Paese un’opportunità.
In undici mesi scarsi, il governo Monti ha fatto molto per rimediare a un’immagine internazionale disastrata. Ma rimane assai arduo dimostrare a un osservatore straniero quale sia il vero volto del Paese: la serietà e l’operosità o lo scialo e la corruzione? Noi siamo convinti che il primo aspetto sia assolutamente prevalente sul secondo, escrescenza di abitudini miserabili, purtroppo trasversali e non solo della politica. E che l’Italia perbene stia pagando un prezzo elevatissimo. Ma il nostro amico straniero non si capacita del perché una legge contro la corruzione tardi ad essere approvata, non si spiega come ci si possa dimettere e firmare delle nomine il giorno dopo, rafforzando il sospetto che passati gli scandali tornino vecchie e inconfessabili abitudini. Sui circuiti internazionali hanno avuto più successo (ahinoi!) le immagini del corpulento Fiorito (che si ricandida) di quelle dello stesso Monti impegnato a spiegare i sacrifici degli italiani.

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