Le risposte di Renzi
Il sito del sindaco di Firenze affronta le critiche più frequenti che gli vengono rivolte, dalla visita ad Arcore ai giudizi su Marchionne
Una sezione del sito di Matteo Renzi raccoglie alcune risposte e spiegazioni a proposito di sette casi per cui il sindaco di Firenze viene spesso criticato. Il più celebre è probabilmente la visita alla residenza privata di Silvio Berlusconi ad Arcore, ma ci sono anche i giudizi su Marchionne e gli inceneritori. Gli ultimi quattro riguardano episodi collegati alla sua attività di presidente della Provincia di Firenze (2004-2009) e poi di sindaco della città (dal 2009).
In questa pagina, sono riportate le verità sui famosi “7 casi” con cui spesso, soprattutto in questi mesi, è stato denigrato il lavoro di Matteo Renzi: il caso Arcore, il caso Lusi, il caso delle 1000 assunzioni…
Sono accuse prive di fondamento tese solo a screditare il suo lavoro da sindaco. A tali questioni si è, però, voluto rispondere con delle brevi verità, in nome di una politica che, in ogni momento, deve essere trasparente e deve saper offrire delle risposte, anche quando le domande sono poste come accuse…
1. I rapporti con Luigi Lusi
È un bell’insegnamento quello di credere che dei ladri non bisogna avere paura nemmeno da piccoli, figuriamoci da grandi. Tuttavia, è indubbio che l’essere stato accostato a Lusi ha costituito un “colpo basso” per Matteo Renzi.
Il Sindaco, del resto, ha sempre dichiarato di non aver ricevuto un soldo e, riflettendoci, non lo avrebbe certo detto in modo così chiaro, fin dal primo giorno, se non ne fosse stato più che certo. Quando, da un lato, il Senatore ha sostenuto di aver dato dei denari al Sindaco, quest’ultimo ha replicato mostrando quali sono le sue proprietà, il suo stipendio e i suoi beni in generale.
Risultato: è stato messo sotto gli occhi di tutti che sul conto corrente bancario vi era la disponibilità di 12.719 euro; il Sindaco ha contratto inoltre un mutuo ventennale per l’acquisto di una casa a Pontassieve di 387mila euro; non detiene partecipazioni azionarie, né fondi di alcun genere, e nemmeno l’auto e il motorino (la bici sfortunatamente gliel’hanno rubata).
Non soltanto sono stati presentati tutti i conti della sua campagna elettorale, ma è anche l’unico politico in Italia ad aver mostrato i nomi dei propri finanziatori! Il Sindaco ha dato dimostrazione che non ha percepito alcun tipo di contributo da parte del Senatore Lusi, né per la campagna elettorale né per le iniziative fatte successivamente.
Le fatture pubblicate da Libero si riferiscono a iniziative politiche del Pd fatte da candidati della Margherita, ma non hanno riguardato le campagne elettorali di Renzi. Peraltro, il Sindaco non ha mai ricevuto un centesimo di finanziamento pubblico né dal Pd né dai Ds né dalla Margherita.
Gli unici contributi sono stati concessi da singoli cittadini che hanno creduto nel progetto di una “Firenze più semplice, più coraggiosa e più bella”. In sostanza, è bene ribadire, che dei denari della “fu” Margherita non è arrivato neanche un centesimo né per le primarie né per le Leopolde; e, come più volte affermato dal Sindaco, non perché non li volesse, ma perché non gli sono stati dati: anche se la sua posizione è di essere contro il finanziamento pubblico ai partiti.
Abolire tutto, abolire subito.
Al di là delle responsabilità penali di Lusi, però, i vertici della Margherita hanno sbagliato a non controllare. Ed è una grave colpa politica.
Ci sarebbe da fare una sola cosa: far saper dove sono andati a finire quei soldi pubblici.
Le carte della Margherita, tutto quello che c’è, dovrebbe essere messo a disposizione dei cittadini, magari sulla rete.
2. La visita ad Arcore
Quando Matteo Renzi è andato ad Arcore è stato massacrato da certa stampa orientata. Il Sindaco, tuttavia, dichiara che lo rifarebbe domani. Ovviamente solo nell’interesse di Firenze. Perché è grazie a quel viaggio, che qualcuno definisce “segreto” – il primo viaggio segreto fatto con i mezzi pubblici nella storia dell’umanità! –, se è stato possibile far beneficiare ai suoi concittadini della Card museale, idem per il contributo di soggiorno, la rete di asili nido ancora aperti nonostante i tagli e il passaggio dell’Iti allo Stato.
La verità è che necessario costruire un’altra realtà politica fatta di progetti, senza l’ossessione di Berlusconi e del berlusconismo. C’è una parte del centro sinistra (e non solo) che quando il Cavaliere andrà in pensione sarà in crisi perché fino ad oggi ha vissuto solo di antiberlusconismo.
Un sindaco ha il dovere di incontrare il Premier: ovvio che, avendone la disponibilità, Renzi avrebbe preferito di gran lunga una sede ufficiale (così evitando, se non altro, tutte le polemiche che ne sono scaturite). Ma non ce n’è stata in alcun modo la possibilità: del resto anche gli incontri romani con il Cavaliere si svolgevano nella sede, poco istituzionale, di Palazzo Grazioli. Mario Monti, poi, il Sindaco l’ha incontrato alla Badia Fiesolana, ma sfidiamo chiunque a sollevare polemiche se quell’incontro fosse per qualche ragione avvenuto, per esempio, dal barbiere!
3. Marchionne
Al tempo del referendum Renzi è stato dalla parte di Marchionne nel contenzioso con la Fiom.
E non ha mai avuto paura a ribadirlo: in un momento in cui bisogna cercare di tenere aperte le fabbriche, il Sindaco ha sostenuto che se fosse stato un dipendente Fiat avrebbe votato “senza se e senza ma” a favore della parte di chi aveva promesso di investire sul futuro.
Il punto è che, nonostante il referendum sia passato, Marchionne NON HA mantenuto la parola, NON HA fatto l’investimento che aveva promesso, il Progetto Italia.
Un politico dovrebbe chiedere conto delle promesse fatte e pretendere con forza il rispetto delle medesime.
Del resto, in Italia la Fiat ha qualche colpa da farsi perdonare perché per anni è ricorsa alla cassa integrazione pubblicizzando i debiti (pagati dai cittadini) e privatizzando gli utili quando le cose andavano bene.
In sostanza, Marchionne per come si è comportato non è certo in grado di farci la morale e magari anche spiegandoci come migliorare il sistema fiscale italiano, avendo la propria residenza in Svizzera.
4. «Maga Magò»
Fra la dott.ssa Gentilini e il professor Veronesi, che esclude danni da emissioni, con tutto il rispetto, io mi fido del professore.
E poiché l’oncologa dichiarò che con il termovalorizzatore le avrei procurato molti malati, le dissi che era un’apprendista Maga Magò.
Mi aspettavo che mi facesse causa Maga Magò.
Comunque, tramite i miei legali mi sono dichiarato disponibile a chiarire e a pubblicizzare le ragioni del mio dissenso, in nessun modo era mia intenzione offendere chicchessia, ma la signora Gentilini ha rifiutato questa proposta, insistendo sulla richiesta risarcitoria di 250 mila euro.
Quella dell’ambiente è una delle sfide più importanti che abbiamo davanti: per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, è chiaro che è necessario incrementare la raccolta differenziata e porre attenzione al momento dell’acquisto dei prodotti.
Ma non possiamo tralasciare la fase finale dello smaltimento. Sul termovalorizzatore, però, non ne farei una questione ideologica.
Ogni territorio si regola da sé, perché se a Firenze, dove abbiamo il 25% di raccolta differenziata il termovalorizzatore serve, altrove, dove si arriva a separare fino al 75% di rifiuti non avrebbe senso costruirlo.
5. Danno erariale da presidente della Provincia
La Corte dei Conti ha aperto un procedimento nei confronti della giunta provinciale allora presieduta da Renzi per presunto danno erariale di 2 milioni di euro.
Più volte è stata ribadita l’amarezza al riguardo, anche considerato che quella giunta ha apportato un risparmio per l’Erario ed i cittadini, tagliando le tasse, le consulenze ed il personale.
Le tasse provinciali sono state ridotte, un caso più unico che raro di diminuzione della fiscalità. Nello stesso periodo il personale della Provincia è diminuito da 929 a 903 persone, con il dimezzamento del numero dei dirigenti. L’accusa è che le segreterie politiche del presidente e degli assessori sarebbero state inquadrate a un livello più alto di quello previsto dalla legge.
Stiamo parlando di circa 25 persone con contratto a tempo determinato per cinque anni che avrebbero preso, per decisione di tecnici che hanno applicato un regolamento, 1.200 euro al mese invece che 1.150.
Non si tratta delle assunzioni a tempo indeterminato di parenti e amici che abbiamo visto in altre amministrazioni del Paese.
Quando cambia amministrazione, infatti, il personale “a chiamata diretta” va a casa, come è giusto che sia perché l’incarico previsto dalla legge è fiduciario.
Così è accaduto a queste quattro persone. Ciò detto, a differenza di certi politici che i processi tentano di non farli Renzi li ha affrontati.
Ebbene, a fronte di un danno presunto nell’avvio del procedimento pari a 2 milioni e 155 mila euro, la richiesta dei giudici di primo grado è risultata pari a soli 14 mila euro.
In sontanza, è bene puntualizzare, che dalla richiesta di “oltre due milioni di euro” si è arrivati a una condanna che ribalta totalmente l’impostazione della procura.
Ciò nonostante, il Sindaco ha intenzione di procedere con l’appello al fine di vedere decadere il fondamento stesso della contestazione.
6. Cento assunzioni al Comune di Firenze
Quella delle 100 assunzioni, verrebbe da definirla come una vera e propria balla.
Ciò nonostante, i fiorentini devono conoscere bene la verità onde evitare qualunque tipo di strumentalizzazione.
Entrando nel dettaglio, le assunzione effettuate da giugno 2009 con le procedure ex art. 90 D. lgs 267/2000 sono state 55 – e non già 100 – di cui attualmente in servizio sono soltanto 35.
Del resto, l’attività svolta dall’Amministrazione Renzi sotto il profilo organizzativo è sempre stata volta alla diminuzione dei numeri e al contenimento dei costi.
Ne è un esempio il dimezzamento del numero degli assessori in giunta – che tra l’altro oggi sono più donne che uomini – con la conseguente riduzione del numero dei responsabili delle segreterie e dei relativi addetti e con la diminuzione del numero dei dirigenti e delle posizioni organizzative.
Un altro aspetto merita di essere sottolineato. Quando si presenta la necessità di reperire personale da impiegare presso l’ufficio del Sindaco, quale organo di direzione politica, è bene considerare che, alla luce dei vincoli normativi esistenti, la scelta di ricorrere all’impiego legittimo dell’art. 90 anziché alla mobilità interna è diventata quasi inevitabile.
Infatti, se fossero chiamati dipendenti interni a ricoprire quei ruoli, a causa delle difficoltà dell’Ente di procedere all’assunzione di personale, sarebbe assai improbabile riuscire a garantire la copertura dei posti divenuti vacanti.
7. Affidamenti di servizi alla società Florence Multimedia SRL
Tali affidamenti sono pienamente legittimi, in quanto conformi alle leggi, ai vigenti regolamenti della Provincia di Firenze, allo Statuto della società medesima (approvato dal Consiglio Provinciale), ai documenti di programmazione economico-finanziaria dell’Ente (bilanci di previsione e PEG). Si fa riferimento in particolare:
– Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al D.L.vo 18 agosto 2000, n°267;
– l’art.6 dello Statuto della Provincia di Firenze, il quale stabilisce che l’Ente “favorisce la partecipazione di tutti i cittadini singoli e associati ad ogni propria attività comprese quelle svolte in forma indiretta, nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità, efficienza, economicità ed efficacia dell’azione amministrativa” e “assicura a tutti l’informazione sulla propria attività”;
– il Regolamento delle informazioni e sulle attività degli organi della Provincia il quale prevede all’articolo 1 che l’Ente “assicura ai cittadini l’informazione sulle attività del Presidente della Provincia, della Giunta e del Consiglio”;
– la deliberazione del Consiglio provinciale n° 100 dell’11 luglio 2005 con cui:
1. è stato stabilito di procedere alla costituzione della Società Florence Multimedia s.r.l. da parte della Provincia di Firenze con l’intento di sviluppare nuovi canali e strumenti innovativi di comunicazione al fine di migliorare l’informazione rivolta ai cittadini, elaborando al contempo nuovi contenuti capaci di rimodellare il rapporto intercorrente tra amministrazione provinciale e cittadini, associazioni, istituzioni e imprese del proprio territorio;
2. è stato approvato lo Statuto all’interno del quale sono più compiutamente esplicate e meglio definite le finalità, attività e competenze proprie della Società;
– la delibera di Consiglio provinciale n° 127 del 23 luglio 2007 con cui è stato approvato il nuovo Statuto di Florence Multimedia il quale ha recepito le novità legislative e gli orientamenti giurisprudenziali prevalenti in materia di affidamenti “in house providing”.
Tali atti hanno stabilito e definito il diretto collegamento tra le funzioni e i compiti di interesse pubblico propri della Provincia di Firenze e l’oggetto sociale della Società le cui attività assumono pertanto carattere strumentale rispetto a quelle dell’Ente e prevedono tra l’altro la progettazione, la consulenza, assistenza nel campo della comunicazione, dell’informazione e dell’editoria, delle telecomunicazioni;
La Società Florence Multimedia s.r.l. è, infatti, una società a capitale interamente pubblico detenuto nella sua totalità dalla Provincia di Firenze che esercita sulla società compiti di programmazione e d’indirizzo in via permanente, compresi quelli di controllo esterno analoghi a quelli esercitati al proprio interno per l’espletamento delle proprie competenze e finalità istituzionali e sulle attività e servizi collegati.
Florence Multimedia s.r.l. ha svolto e svolge, quindi, attività strumentali strettamente connesse al perseguimento delle più generali finalità istituzionali proprie della Provincia di Firenze e , ai sensi dell’articolo 13 comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006 n°223 – convertito dalla legge 4 agosto 2006, n°248 – la società, a capitale interamente pubblico, opera esclusivamente nei confronti dell’amministrazione provinciale che ne esercita il pieno controllo, rispettando le condizioni previste dall’articolo 113 del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali n° 267/2000 le condizioni contenute nelle sentenze emanate dalla Corte di Giustizia europea in tale materia di affidamenti in “house providing”.
Nessun “triplicamento” dei compensi alla società rispetto a quanto previsto da contratto di servizio
Tutti gli affidamenti effettuati nei confronti della società Florence Multimedia srl risultano coperti da specifici contratti/disciplinari di servizio. Tutti i servizi affidati hanno riguardato attività e prestazioni previste nell’oggetto sociale dello Statuto aziendale, approvato (e anche modificato) dal Consiglio Provinciale con apposita deliberazione. Proprio il Consiglio Provinciale ha stabilito, peraltro, di dotare l’ente di una società di servizi strumentali, posseduta al 100% dall’Amministrazione Provinciale, per l’affidamento in “hose providing” di determinate attività istituzionali di competenza dell’Ente, indicate e precisate nelle disposizioni statutarie della società.
Oltre al contratto generale di servizio, era possibile procedere, sempre nell’ambito delle attività/finalità contenute nell’oggetto sociale della società, ad ulteriori affidamenti a Florence Multimedia mediante appositi contratti/disciplinari di servizio.
Gli atti di programmazione dell’Ente stabilivano chiaramente che
1. “Al fine di operare una semplificazione delle procedure, ogni qual volta – all’interno delle declaratorie contenute nelle specifiche schede del Piano economico di gestione – viene stabilito che lo svolgimento delle attività di comunicazione e/o informazione debba avvenire attraverso l’affidamento “in house providing” alla Società Florence Multimedia s.r.l., la competente direzione della Provincia di Firenze può procedere direttamente con propri atti, in quanto attività di natura gestionale, all’affidamento stesso del servizio alla società Florence multimedia s.r.l. tramite apposito contratto di servizio e alla contestuale approvazione dei progetti e dei piani finanziari presentati dalla Società ai fini dell’espletamento degli interventi”;
2. “Ugualmente, le strutture direzionali e gestionali dell’Ente potranno procedere direttamente con proprie determinazioni in tutti i casi in cui occorra provvedere ad ampliamento, integrazione o specificazione del rapporto di collaborazione con la Società già costituito sulla base di deliberazioni e/o atti precedenti, senza che vengano modificate né le finalità, né l’oggetto sostanziale, in coerenza con lo Statuto della Società Florence Multimedia s.r.l. In questi casi, le suddette strutture possono emanare ogni atto amministrativo, gestionale e contrattuale opportuno ai fini del consolidamento delle attività già in corso di realizzazione”.
Gli atti di programmazione generale dell’Ente (PEG) hanno definito Florence Multimedia srl quale “fulcro gestionale e fondamentale leva strategica per le attività di comunicazione e informazione di tutte le strutture operative della provincia di Firenze” consolidandone il ruolo di soggetto strumentale di riferimento per tutte le Direzioni della Provincia di Firenze nell’ambito della progettazione e dell’attuazione di interventi strategici di comunicazione dell’Ente, così come previsto dalla deliberazione del Consiglio provinciale n° 100 dell’11 luglio 2005.
Le risorse economiche attribuite alla Società erano stabilite, con trasparenza e linearità, sia negli atti di bilancio (approvati dal Consiglio Provinciale) sia nel Piano Esecutivo di Gestione annuale (approvato dalla Giunta Provinciale).