Come va il mercato dei libri?
Male, e lo dicono i numeri: l'associazione degli editori ha presentato alcuni dati, a un anno dall'entrata in vigore della legge sugli sconti
Il primo settembre del 2011 in Italia è entrata in vigore la legge 27 luglio 2011, n.128 meglio conosciuta come “legge contro gli sconti sui libri“. La sua approvazione da parte del Parlamento fece molto discutere perché secondo molti il provvedimento, promosso dal senatore Ricardo Levi (Partito Democratico), avrebbe penalizzato i lettori con l’intenzione di difendere l’interesse di alcuni editori e in parte dei librai. Il punto principale stabilito dalla Legge 128 è che non si possono effettuare sconti superiori al 15 per cento sul prezzo di copertina dei libri. Il provvedimento stabilisce anche limiti per le “vendite per corrispondenza”, in sostanza quelle su Internet, e ha posto dei limiti a molti distributori a partire da Amazon, che negli ultimi mesi si è industriata per trovare sistemi che consentissero di vendere libri scontati sfruttando le poche e contorte eccezioni previste dalle nuove norme. Non a caso, al momento della sua definitiva approvazione, la legge fu definita anche “anti-Amazon”.
Il 25 settembre, a oltre un anno dall’entrata in vigore della Legge 128, l’Associazione degli Editori (AIE) ha organizzato presso la Camera dei Deputati un incontro per fare il punto sull’efficacia delle nuove norme. Durante il convegno è stato presentato uno studio, realizzato in collaborazione con la società di rilevazione Nielsen. Dalla ricerca è emerso che il mercato dei libri continua a essere in crisi: una sua crisi assai ampia e strutturale, di cui è difficile trovare le relazioni (positive o negative) con l’approvazione delle legge.
I primi nove mesi del 2012 sono andati peggio rispetto al medesimo periodo del 2011, anno in cui si era già registrata una forte crisi per l’editoria. Il valore in milioni di euro del canale vendite è passato da 754,8 milioni di euro a 689,5 milioni di euro, un calo dell’8,7 per cento. Il confronto rimane negativo anche nel caso in cui si analizzano le copie vendute: sono passate da 54,6 milioni a 50,6 milioni, con una riduzione pari al 7,3 per cento.
Fatta eccezione per il mese di maggio, i dati delle vendite delle 1.800 librerie che aderiscono al sistema di rilevazione Arianna, sono rimasti sempre in negativo sia per quanto riguarda il valore generato sia per il numero di copie vendute. Il picco negativo è stato registrato a giugno, come si vede nel grafico.
L’AIE ha anche messo insieme i dati riferiti al volume di mercato del settore librario dal 2000 ai primi nove mesi del 2012. Dopo un 2010 con buoni risultati, nell’anno seguente si è registrata una riduzione del 3,5 per cento. Per il 2012 non sono naturalmente disponibili ancora tutti i dati, ma è prevedibile che alla fine dell’anno sarà registrata un’altra sensibile riduzione.
È interessante notare come in seguito all’introduzione della legge Levi la contrazione sia continuata e divenuta più evidente. Come è stato spiegato durante l’incontro organizzato alla Camera, è comunque difficile stabilire quale ruolo abbia avuto la nuova legge nell’andamento delle vendite: ci sono molte variabili in gioco e il mercato era già sotto stress a causa della crisi economica e della riduzione dei consumi.