Sull’allarmismo contro gli OGM
Marco Cattaneo racconta come stanno le cose sulla discussa ricerca che ha ipotizzato legami tra tumori e consumo di organismi geneticamente modificati
La scorsa settimana diversi giornali italiani hanno ripreso la notizia di una ricerca scientifica condotta in Francia sulla presunta pericolosità dei cosiddetti organismi modificati geneticamente (OGM). I risultati dello studio erano stati anticipati dal settimanale francese Le Nouvel Observateur proprio grazie al responsabile della ricerca, il professore di biologia molecolare Gilles-Eric Séralini presso l’Università di Caen. La ricerca ha fatto molto discutere ed è stata raccontata da diversi giornali, come il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore con i dovuti condizionali, ma senza particolari approfondimenti.
L’argomento, molto delicato e di cui si parla da decenni, è stato ripreso anche da Michele Serra nella sua rubrica “L’Amaca” su Repubblica, inserito in un discorso più ampio sugli OGM.
Ieri il settimanale Nouvel Observateur ha anticipato i risultati di uno studio piuttosto spaventoso sugli effetti che il mais ogm avrebbe sui ratti da laboratorio. In Francia (e altrove) la polemica è destinata a divampare.
Oggi sul suo blog ospitato su Le Scienze, l’edizione italiana della rivista statunitense Scientific American, Marco Cattaneo si occupa della ricerca di Séralini, spiegando che le cose stanno diversamente da come sono state raccontate negli ultimi giorni. Dopo la pubblicazione lo studio scientifico si è rivelato molto controverso ed è stato duramente criticato da buona parte della comunità scientifica.
A Séralini sono contestati i metodi utilizzati per dimostrare la tossicità degli OGM, che avrebbero portato all’insorgenza di alcuni tumori nelle cavie di laboratorio, e i metodi stessi di selezione delle cavie e del gruppo di controllo per la doppia verifica degli esiti dei suoi esperimenti. La preoccupazione di Cattaneo, e di molti altri che si occupano di divulgazione scientifica, è che a causa della rapida diffusione delle notizie poco verificate sullo studio di Séralini si possa creare un precedente pericoloso per gli OGM, che ci porteremo dietro per anni come accadde in passato con altre cantonate scientifiche come quelle della memoria dell’acqua e del legame (rivelatosi inconsistente) tra la somministrazione di vaccini e lo sviluppo di forme di autismo.
Quella di cui parliamo è una brutta storia. Che rischia di lasciare gravi strascichi nei decenni a venire grazie a una delle più spregiudicate operazioni di marketing che la comunicazione della scienza (scienza?) ricordi. Un po’ come la memoria dell’acqua di Jacques Benveniste, una ricerca manipolata e dagli esiti falsi che costrinse John Maddox, storico direttore di “Nature” a una clamorosa smentita dell’articolo. Eppure ancora oggi molti sostenitori delle cure omeopatiche la portano a conforto delle loro tesi. O ancora come il presunto legame tra vaccini e autismo, ipotizzato in un articolo su “Lancet” nel 1998 da Andrew Wakefield, smentito da decine di studi e definitivamente ritrattato dalla rivista nel 2010. Lo scorso anno una serie di articoli sul “British Medical Journal” ha evidenziato il comportamento fraudolento di Wakefield, che ne ha motivato l’espulsione dal’ordine dei medici britannico. Eppure il suo studio fasullo resta l’indiscusso cavallo di battaglia di chi si oppone ai vaccini senza il sostegno di una, dico una, prova.
Tenetele bene presente, queste due storiacce, perché sono la lampante dimostrazione delle spirito acritico con cui affrontiamo, come specie irrazionale e ignorante dei metodi della scienza, molte questioni scientifiche di cui non afferriamo la complessità. In fondo quelle affermazioni – per quanto infondate – confermano i più intimi sospetti e le più radicate convinzioni di molte persone. Perciò devono essere vere. Non importa se sono state dimostrate false da decine di altri ricercatori e laboratori. Ci confortano, ci confermano. Ci rassicurano che siamo nel giusto. Perché alla fine non ci interessa la verità, ci interessano le nostre certezze.
E perché sono il degno preludio di ciò che accadrà negli anni a venire, quando vi sentirete ripetere fino allo sfinimento che gli OGM provocano il cancro. Ma eccoci alla storia. Il 18 settembre il settimanale francese “Le Nouvel Observateur” pubblicava un’anticipazione sulla tossicità “degli OGM” basata su uno studio dell’équipe di Gilles-Eric Séralini, professore di biologia molecolare all’Università di Caen. Dal titolo Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize, il lavoro è apparso su “Food and Chemical Toxicology”, una rivista di buon impact factor.
Non appena il lavoro di Séralini e colleghi è stato disponibile alla comunità scientifica, però, si sono scatenate enormi polemiche.