Il ritorno di Agassi
Il fenomeno editoriale dell'estate non sono le sfumature di grigio, ma il successo ritardato di un'autobiografia uscita oltre un anno fa
«Quando quest’estate l’ho visto nella classifica dei primi dieci avrei scommesso dei soldi che Einaudi lo avesse ripubblicato nei tascabili: era l’unica spiegazione, per quanto insufficiente». Un importante ed esperto dirigente di una grande casa editrice italiana commenta così quello che è stato il vero caso editoriale italiano di questi mesi, assai più interessante ed eccezionale dello svisceratissimo successo planetario di Cinquanta sfumature di grigio.
Il libro di cui si parla è Open, l’autobiografia del tennista americano Andre Agassi, pubblicata in Italia da Einaudi nell’aprile 2011. Questa settimana, a 17 mesi di distanza, è terza nella classifica della saggistica e lunedì 24 è salita al settimo posto delle vendite su Amazon, preceduta dal nuovo Ken Follett e dalle tre sfumature di grigio. Ed è un successo che ha riconquistato, in maniera del tutto imprevista, dall’inizio dell’estate: se ne parla ormai da settimane nelle case editrici e tra gli addetti ai lavori, e domenica scorsa la Lettura del Corriere della Sera ne ha pubblicato una nuova recensione (con voto “10”) e la spiegazione: “uscì un paio di anni fa (sic) ed è rocambolescamente tornato in questi giorni in classifica”.
(Le foto più belle di Andre Agassi)
Come ha fatto un libro uscito ad aprile 2011, e che un anno fa sembrava essersi attestato sulle 15 mila copie vendute (malgrado una continuità di vendite soddisfacenti ancora dopo diversi mesi), a essere spinto per la prima volta in cima alle classifiche e a superare la cifra – agognata da qualunque editore italiano, soprattutto in questi mesi di crisi nera – di 110 mila copie vendute a oggi? Il mistero è interessante e incuriosisce i professionisti dell’editoria – come quello che se lo era erroneamente spiegato con una ripubblicazione in tascabile – a cominciare dagli stessi responsabili di Stile Libero, la collana di Einaudi che ha pubblicato Open (“collana” è un po’ riduttivo per una sorta di casa editrice dentro la casa editrice), che oltre a rallegrarsene hanno fatto delle indagini e ricostruzioni.
«Alla sua uscita Open ebbe un discreto risultato iniziale, sulle 700 copie vendute a settimana: poi era sceso prima a 400 e poi meno, in un declino consueto: ma continuando a vendere in numeri interessanti. Tra agosto e novembre 2011 ne scrissero ottime recensioni Alessandro Piperno e Alessandro Baricco (su Corriere e Repubblica, ndr) e le vendite crebbero di nuovo per qualche tempo ai livelli delle prime settimane». Complessivamente il libro chiuse il 2011 su 15 mila copie vendute, ottimo risultato per un’autobiografia di un tennista americano sul mercato italiano.
La recensione di Baricco, che apriva la sua serie su Repubblica di libri più belli che ha letto, gli diede un rilancio di qualche settimana: tanto che lo scrittore (e blogger del Post) Paolo Nori scrisse addirittura su Libero che pensava di leggerlo allora ma ebbe paura di essere scambiato per uno che seguiva i consigli di Baricco.
Poi, alla fine di febbraio 2012, passato quasi un anno, inizia una serie di spinte inattese che daranno a Open il successo formidabile che non aveva ancora conosciuto. La prima è un tweet di Jovanotti – un milione di followers – il 29 febbraio:
Un bel libro e’ “Open” di andre Agassi (anche per chi come me non ha mai preso una racchetta in mano).Sono alla fine.merita.
— Lorenzo Jovanotti (@lorenzojova) Febbraio 29, 2012
Dopo dieci giorni arriva Valentino Rossi, sempre su Twitter, un milione di followers.
Il libro della vacanza.me lo ha regalato un mio amico che ne legge un sacco(per lavoro,dice).ve lo consiglio. twitter.com/ValeYellow46/s…
— Valentino Rossi (@ValeYellow46) Marzo 9, 2012
I due tweet di Jovanotti e Rossi si espandono a ondate successive che raccolgono via via nuovi lettori in tutti i mesi seguenti (per dire: l’account di Einaudi rilancia il tweet di Rossi ad aprile). Il 7 aprile Roberto Saviano (200 mila followers) cita ancora su Twitter un passaggio del libro di Agassi. A maggio Linus lo definisce sul suo blog “di una bellezza stupefacente”. Poi a giugno è Daria Bignardi a scriverne prima – “Gran bel libro” – sul suo account di Twitter (100 mila followers) e poi nella sua rubrica sul settimanale Vanity Fair, alla fine di luglio: aprendo un nuovo fronte di attenzione femminile per un libro di maschi fino a quel momento promosso da maschi. E lo stesso giorno il sito di Repubblica mette in grande evidenza un articolo che dà conto del nuovo successo “da Twitter” di Open, citando Jovanotti, Rossi e Bignardi.
«Il passaparola è spesso sopravvalutato», spiega Paolo Repetti di Stile Libero. «Non basta che qualcuno importante o seguito citi un libro per dargli successo. Ma le cose cambiano quando qualcuno parla di un libro con aggettivi straordinari, non come se fosse una cosa come un’altra che ha letto». Ora Open sta vendendo una media di 4 mila copie a settimana, un risultato impressionante che a sua volta si perpetua: generando maggiori passaparola (entusiasti), nuove recensioni, e racconti del fenomeno (come questo) che sono ulteriore pubblicità. E a Stile Libero lavorano nel promuovere ulteriormente questo rilancio, come se avessero in mano un libro nuovo. «Ma se vogliamo associare e contrapporre questo successo inatteso e poco pianificato a quello inatteso e poco pianificato di 50 sfumature di grigio, fatte molte proporzioni», conclude il responsabile editoriale della concorrenza citato all’inizio, «un dato interessante è che stavolta ne ha beneficiato un gran bel libro. E a qualcuno fa ancora piacere».
– Le prime pagine di Open, la biografia di Andre Agassi
(Matthew Stockman/Getty Images)