Un anno di chat del Post
La word-cloud delle cose che ci diciamo, quando siamo qui, ma non ci siamo
Quando vi raccontiamo qualcosa di noi iniziamo spesso con un “Qui al Post…”. In realtà, per diverse ore al giorno, il qui del Post non esiste. O meglio, esiste, ma è un qui diffuso. C’è chi al mattino presto inizia lavorando da casa perché riesce a malapena a vincere l’inerzia per sollevarsi dal letto, o perché deve portare la peraltro figlia a scuola; chi lavora mentre è in viaggio e chi ancora collabora lontano da Milano, e la redazione non la vede mai. Per diverse ore al giorno, insomma, la redazione del Post diventa enorme e copre decine di chilometri quadrati. Non è proprio tutta intorno a voi, ma siamo lì.
Oltre alla reciproca capacità di sopportazione, Skype ci dà una mano a tenerci in contatto, a coordinare il lavoro e a confrontarci su nuove idee e proposte, e – ok – anche a decidere che cosa fare per pranzo (grande tema di discussione al Post). Questa è la word-cloud delle 150 parole che ci siamo scritti più spesso in un anno di chat di redazione. Quando qualcosa finisce online avvisiamo gli altri, e si nota. Ci salutiamo molto, anche.