I Pirati tedeschi e la difesa del copyright
Un'esponente del partito ha pubblicato un libro con una grande casa editrice che per tutelare il copyright ne fa rimuovere le copie illegali online: la cosa sta facendo molto discutere
Julia Schramm è una politica tedesca, ha 26 anni e fa parte del consiglio direttivo del Partito dei Pirati, che in Germania ha raccolto un buon successo alle ultime consultazioni elettorali, entrando anche alla Camera bassa del parlamento di Berlino. Schramm ha da poco pubblicato un libro e la cosa ha fatto molto discutere, perché secondo diversi giornali tedeschi l’autrice avrebbe dimostrato un particolare attaccamento alla tutela del diritto d’autore sui suoi scritti, cosa che almeno all’apparenza sembra essere in contrasto con la linea politica del Partito dei Pirati, che promuove la libera circolazione delle idee – soprattutto tramite Internet – sostenendo anche la necessità di cambiare il sistema del copyright.
In un articolo pubblicato il 18 settembre sul sito della rivista tedesca Spiegel, si sostiene che Schramm avrebbe preso sensibilmente le distanze dalla linea del partito, difendendo il diritto d’autore legato al suo libro, che si intitola “Klick Mich” (“Cliccami”) e che è stato pubblicato dalla casa editrice Random House, di proprietà della multinazionale tedesca Bertelsmann AG. Sul sito della casa editrice, la versione cartacea del libro viene venduta a 16,99 euro, mentre l’edizione e-book a 13,99 euro (va detto che su Amazon si trovano sia il libro sia l’ebook a prezzi più convenienti).
Nel libro Schramm si occupa di diverse tematiche legate alla privacy e al modo con cui sono gestiti i contenuti online. L’autrice se la prende con l’attuale sistema, definito la “mafia dei contenuti”, e scrive cose molto dure anche contro il capitalismo. Sono argomenti di cui si discute da tempo e che hanno una particolare presa in Germania. Anche per questo motivo Random House ha deciso di pubblicare il libro, che pare non sia un granché, stringendo un accordo da circa 100mila euro con Schramm.
“Klick Mich” è uscito in libreria lunedì scorso, ma già nei giorni precedenti alla data di pubblicazione era possibile trovare e scaricare copie illegali del libro su Internet. Una versione in PDF è stata pubblicata da un anonimo su un sito per condividere i file, e in poco tempo la notizia si è diffusa attraverso i social network e i forum. Appena ne sono venuti a conoscenza, quelli di Random House hanno inviato un’ingiunzione al sito di condivisione, richiedendo l’immediata rimozione del PDF a nome della sua autrice. La copia illegale del libro è stata rimossa, e al suo posto c’è ora un avviso che spiega il motivo dell’eliminazione dei file.
Secondo lo Spiegel e molti altri giornali, la vicenda dimostra come alcuni sostenitori della libera circolazione delle idee, e dell’eliminazione del copyright per come è fatto oggi, tendono a rivedere le loro posizioni quando sono in gioco i loro interessi personali: deve essere tutto gratis fino a quando non si tratta di cose fatte da me. In realtà, come ha cercato di spiegare Schramm e come racconta sul suo blog un membro del Partito dei Pirati finlandese, le cose stanno un po’ diversamente.
Il Partito dei Pirati ha naturalmente molte correnti al proprio interno e le idee cambiano anche a seconda dei paesi. Tuttavia, sul copyright c’è una linea abbastanza comune e condivisa: non va abolito del tutto, ma semplicemente accorciato nei tempi. In buona parte dell’Occidente, il diritto d’autore su opere dell’intelletto dura 70 anni (o più) dalla morte dell’autore. Il partito propone di ridurre questo periodo di tempo e nel corso degli anni ha formulato diverse proposte: in Germania la proposta che va per la maggiore punta a un solo anno di copyright dal giorno della morte dell’autore che deteneva i diritti. Schramm e i suoi compagni di partito non sono quindi per una totale e incondizionata fine del diritto d’autore.
Quando si è trattato di contrattare le modalità di pubblicazione del libro, Schramm ha ottenuto dall’editore condizioni molto particolari e fino a ora poco comuni. “Klick Mich”, per esempio, può essere liberamente condiviso da soggetti privati a patto che questi non ci lucrino sopra. Non si tratta di un dettaglio da poco perché permette virtualmente a chiunque di mettere online una versione del libro, non autorizzata, senza rischiare conseguenze giudiziarie. La casa editrice ha la facoltà di inviare un avviso per richiedere la rimozione del file (come è avvenuto a inizio settimana) e solo nel caso in cui non venga rispettata la richiesta possono esserci conseguenze legali.
Schramm ha anche ottenuto dall’editore che i diritti sul suo libro scadano dopo dieci anni dalla data di pubblicazione, altra clausola insolita per una casa editrice e che permetterà in tempi relativamente brevi un’ulteriore libera circolazione del suo lavoro. Va anche ricordato che Random House ha fatto richiesta in automatico per la rimozione del file a inizio settimana dal sito di condivisione, probabilmente senza chiedere prima il parere a Schramm.
La scelta di pubblicare con un grande editore e con un contratto da 100mila euro non è comunque piaciuta a diversi sostenitori del Partito dei Pirati, in Germania e negli altri paesi dove esistono simili organizzazioni. In molti si sono chiesti perché Schramm non abbia scelto di pubblicare liberamente il proprio libro online, magari con sistemi di autoedizione (self-publishing), evitando una multinazionale.