Obama da Letterman
Dalla crisi ai video girati all'insaputa di Romney, passando per Michelle e gli «uomini armati» con cui girano le sue figlie (video)
Ieri sera (in Italia era notte), Barack Obama è stato ospite del programma televisivo Late Show di David Letterman. Per circa 20 minuti, il presidente degli Stati Uniti ha chiacchierato con Letterman della propria famiglia, della campagna elettorale e del suo lavoro alla Casa Bianca. Obama ha anche risposto ad alcune domande sui controversi video girati all’insaputa di Mitt Romney, il candidato repubblicano alle presidenziali, durante una cena per raccogliere fondi per la propria campagna elettorale.
Dopo essere entrato in scena ed essersi accomodato su una delle due sedie per gli ospiti, Letterman ha chiesto a Obama:
Prima di iniziare vuole dire qualcosa a quella sedia vuota?
La battuta era su Clint Eastwood e il suo famoso discorso alla sedia con un Obama immaginario seduto sopra durante la Convention repubblicana di inizio settembre. Letterman ha poi chiesto a Obama come fosse andata la sua, di Convention, facendogli anche i complimenti per il discorso tenuto dalla moglie Michelle durante l’apertura dell’evento a Charlotte, in North Carolina. Il presidente ha spiegato che Michelle è «una persona genuina e meravigliosa» con cui è felice di essere sposato da anni. Dopo una piccola incertezza sull’effettiva durata del loro matrimonio («Ehi, faccio anche fatica a capire in che giorno siamo!»), Obama ha spiegato che Michelle si dimenticò completamente il loro primo anniversario di nozze: le chiese che cosa volesse fare per festeggiare la giornata, ma lei non seppe ricostruire che cosa ci fosse di così importante da far festa.
Parlando sempre di cose di famiglia, Letterman si è anche complimentato per Sasha e Malia, le figlie di Obama, facendo notare al presidente quanto siano cresciute in quattro anni e chiedendogli se la cosa non lo preoccupi. «Mi preoccupa quanto sono cresciute, ma girano comunque sempre con uomini armati», ha spiegato scherzando Obama.
La parte centrale dell’intervista è stata più seria e si è parlato principalmente di economia e dei problemi che devono ancora affrontare gli Stati Uniti per uscire dalla crisi. Obama ha ricordato che quando finirono gli otto anni di governo Clinton il paese era in surplus. Poi ci furono due guerre, tagli alle tasse e un duro periodo di recessione e le cose peggiorarono rapidamente. Ora il paese si deve confrontare con un grande debito pubblico che deve essere tenuto sotto controllo “in modo equilibrato”, ha detto Obama. Sono quindi necessarie revisioni continue della spesa per evitare sprechi e, per i più ricchi, sarà opportuno alzare le tasse affinché possano contribuire e dare una mano a chi ha meno risorse.
Il problema, ha ricordato Obama, è che molte delle proposte del suo governo per affrontare la crisi non piacciono al Congresso, dove i repubblicani possono esercitare un notevole controllo grazie ai loro numeri. Come aveva fatto in altre occasioni, e come spiega spesso durante i suoi comizi in campagna elettorale, Obama ha detto che il Congresso è sostanzialmente bloccato e che si oppone praticamente a qualsiasi provvedimento proponga la sua amministrazione. Nonostante questo, ha spiegato, negli ultimi 30 mesi c’è stata una crescita consecutiva di posti di lavoro ed è stato possibile introdurre nuove regole per incentivare il ritorno alla crescita economica.
Nella parte finale del suo incontro con Letterman, nel complesso più formale e “presidenziale” rispetto alle precedenti occasioni, Obama ha risposto anche ad alcune domande sui video girati di nascosto durante una raccolta fondi per la campagna elettorale repubblicana di Mitt Romney. Nei filmati, che hanno fatto molto discutere e non solo negli Stati Uniti, Romney spiega che c’è sostanzialmente una base di elettori – il 47 per cento circa – che ha già deciso di votare con convinzione per Obama in qualsiasi caso. Secondo il candidato repubblicano, si tratta di persone «che stanno dalla sua parte perché dipendono dal governo, perché si ritengono vittime, perché credono che il governo abbia la responsabilità di occuparsi di loro, che credono gli spettino di diritto una copertura sanitaria, cibo, casa, qualsiasi cosa». Durante il proprio discorso, filmato di nascosto, Romney conclude quindi che non sia utile preoccuparsi di quelle persone: «Non le convincerò mai che dovrebbero prendersi la responsabilità di pensare alle loro vite».
Obama ha risposto ieri, spiegando che quando vinse nel 2008 almeno il 47 per cento degli elettori non aveva votato per lui, ma per John McCain. Eppure, durante il proprio discorso per la vittoria in quella notte elettorale di novembre, Obama disse che si sarebbe dato da fare per essere il presidente di tutti, per portare avanti anche le ragioni di chi non lo aveva votato.
«Una delle cose che ho imparato facendo il presidente è che tu rappresenti tutto il tuo paese. Se vuoi essere presidente, devi voler lavorare per tutti, non solo per qualcuno»