La fotocamera più potente del mondo
È da 570 megapixel, l'hanno montata su un telescopio in Cile e serve per studiare l'energia oscura e per capire perché l'universo continua a espandersi
Su uno dei rilievi montuosi del deserto di Atacama, in Cile, c’è quella che può essere considerata la macchina fotografica con più alta risoluzione mai costruita. È montata su uno dei telescopi dell’osservatorio astronomico di Cerro Tololo a circa 2.200 metri di altitudine e ha un sensore da 570 megapixel. Si chiama Dark Energy Camera ed è stata finanziata e costruita da un consorzio (Dark Energy Survey) di università e istituti di ricerca degli Stati Uniti, del Brasile, del Regno Unito, della Germania e della Spagna. Ha richiesto otto anni di lavoro per essere realizzata e la scorsa settimana è entrata per la prima volta in funzione: servirà ai ricercatori per capire qualcosa di più sulla cosiddetta “energia oscura”.
Semplificando un po’, sappiamo che l’universo è in continua espansione e che questa espansione avviene a ritmi sempre più veloci (cioè con una accelerazione). Con le attuali conoscenze, gli astronomi non sono però in grado di stabilire con certezza la causa di questo fenomeno. Per poterlo spiegare, a un certo punto si ipotizzò l’esistenza di una forma di energia che permea tutto lo spazio e che porta l’universo a espandersi accelerando. Su questa cosa, che fu chiamata “energia oscura”, ci sono ancora pochissime conoscenze e da anni i ricercatori si stanno dando da fare per verificarne l’effettiva esistenza e per studiarne le caratteristiche, anche perché secondo il modello Lambda-CDM (quello che mette insieme le teorie della cosmologia del big bang) l’energia oscura costituisce il 73 per cento della massa-energia dell’universo. Non è quindi una cosa da poco o trascurabile, per capire come funziona tutto il sistema.
La Dark Energy Camera, da poco attivata in Cile, sarà utilizzata per risolvere almeno in parte gli interrogativi sull’energia oscura. È costituita da un insieme di 62 sensori (CCD) per realizzare foto digitali molto definite di centinaia di migliaia di galassie che affollano l’universo. Nel corso dei prossimi cinque anni, la particolare fotocamera sarà utilizzata per analizzare la luce emessa dalle galassie – che in alcuni casi ha iniziato il proprio viaggio verso la Terra 8 miliardi di anni fa – e grazie ai dati ottenuti consentirà di avere molti nuovi dati per studiare la materia oscura.
In virtù dell’accelerazione dell’universo, i corpi celesti più distanti da noi si stanno allontanando dalla Terra (e tra loro stessi) molto più velocemente di quanto non facciano quelli più vicini al nostro pianeta. Questo fenomeno porta al cosiddetto “redshift” (spostamento verso il rosso): il colore apparente di quei corpi celesti vira verso il rosso. Con analisi e confronti basati sul redshift, i ricercatori possono determinare come i corpi celesti si stanno allontanando dal loro punto di osservazione, cioè dalla Terra. La Dark Energy Camera è stata realizzata per essere molto più sensibile al rosso rispetto ad altre strumentazioni realizzate in passato e dovrebbe rendere più semplice il loro lavoro.
La fotocamera della Dark Energy Survey diventerà completamente operativa a partire dal prossimo dicembre. Dalla scorsa settimana i tecnici in Cile hanno comunque iniziato a scattare diverse fotografie per calibrare lo strumento e per verificarne il funzionamento. Tra le immagini prodotte, e pubblicate, ce n’è anche una dell’ammasso globulare “47 Tucanae” che si trova a circa 16.700 anni luce di distanza dalla Terra. L’immagine è molto definita e mostra chiaramente la sensibilità dello strumento alla luce rossa.