Charlie Hebdo e le nuove vignette su Maometto
Il governo francese chiuderà le ambasciate venerdì prossimo, la sede del giornale satirico è sotto sorveglianza e il sito inaccessibile
Il settimanale satirico francese Charlie Hebdo (fondato negli anni Settanta, di orientamento libertario e di sinistra) ha pubblicato oggi alcune vignette su Maometto all’interno di un servizio dedicato alle proteste anti-americane che si sono svolte in quasi ogni paese musulmano, dal Marocco all’Indonesia, dopo la diffusione del trailer del film satirico sulla vita di Maometto intitolato l’Innocenza dei musulmani. Il governo francese ha annunciato che venerdì prossimo (giorno di preghiera per i musulmani, e tradizionalmente anche giorno delle manifestazioni) chiuderà le ambasciate e le scuole francesi «in tutti quei Paesi in cui questo potrebbe causare problemi», come ha detto il ministro degli Esteri Laurent Fabius. La sede del settimanale si trova da ieri sera sotto stretta sorveglianza della polizia.
In una delle immagini pubblicata dal settimanale in quarta di copertina, un rabbino spinge un imam seduto su una sedia a rotelle e il titolo è “Intoccabili 2: guai a chi ride”. In altri disegni Maometto è nudo e mostra il sedere a un regista. Per l’eccessivo numero di visitatori, dalle cinque di questa mattina l’accesso al sito internet del giornale è bloccato.
(Come funziona e dove il reato di blasfemia)
La pubblicazione di Charlie Hebdo arriva dopo la manifestazione non autorizzata davanti all’ambasciata USA di Parigi di alcuni militanti islamici. Il direttore di Charlie Hebdo ha spiegato che «se si comincia a dire che 250 esaltati hanno manifestato davanti all’ambasciata e che allora sarebbe il caso noi non pubblicassimo o posticipassimo la pubblicazione di questi disegni, vuol dire che in Francia sono diventati loro la legge». E ha aggiunto: «Se iniziamo a chiederci se abbiamo o no il diritto di disegnare Maometto e se sia pericoloso farlo, la domanda successiva sarà: possiamo rappresentare dei musulmani sul giornale? E quella dopo ancora sarà: possiamo rappresentare degli esseri umani sul giornale? E alla fine non rappresenteremmo più niente e il gruppo di estremisti che si agitano in Francia e nel mondo avrà vinto».
Nel novembre del 2011, la sede di Charlie Hebdo a Parigi era stata distrutta da una bomba molotov, dopo che la redazione aveva annunciato la nomina simbolica di Maometto come direttore del prossimo numero, che si sarebbe chiamato “Sharia Hebdo” in relazione alla vittoria del partito islamico di Ennahda alle elezioni in Tunisia e alla decisione del nuovo governo libico di usare la sharia come principale fonte di legge.
(Le foto della sede di Charlie Hebdo distrutta da un incendio)
Il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault ha confermato il suo sostegno alla libertà di espressione, che deve però esercitarsi «nel rispetto della legge e sotto il controllo dei tribunali». Il capo della comunità islamica di Parigi ha detto di essere “profondamente scioccato” dalla pubblicazione, chiedendo anche a tutti i francesi di religione musulmana di «non cedere alla provocazione».