Le percentuali di Alfano
Un piccolo esemplare fact-checking sui dati sulla criminalità diffusi dal segretario del PdL dopo una passeggiata a Milano
L’intervista ad Angelino Alfano che il Giornale oggi annuncia in prima pagina è interessante e rivelatrice di molte cose: e soprattutto della diffusa inclinazione a inventare dati e fatti, tanto nessuno obietta o controlla.
La conversazione è dedicata alla sicurezza e alla criminalità a Milano, tema su cui non sono spiegate le competenze di Alfano (ha studiato a Milano, all’università, però): e infatti tutte le informazioni che fornisce e usa sembrano derivare unicamente da “una passeggiata in via Padova”, e da “mi ha detto una signora”. Una prima cosa notevole dell’intervista sono le domande poste dall’intervistatore, un misto di finta meraviglia e contraddittorio e letture terroristiche della realtà:
La cronaca sembra un susseguirsi di emergenze: Milano, Scampia, Lignano. Come se ne esce?
“Lignano” è quindi, secondo il Giornale, un’emergenza. È interessante, come aspetto accessorio del rapporto tra realtà e ricostruzione, anche la implausibile costruzione della alternanza di domande e risposte (un giorno bisognerà spiegarlo bene, come fanno i giornalisti a trasformare una conversazione nell’intervista che leggete, con domande e risposte riscritte e mai formulate davvero in quel modo).
«E domenica sera…»
Domenica sera?«Alla festa di Brescia io e Roberto Maroni abbiamo rievocato i tempi del nostro governo»
Ma veniamo ad Alfano. Che fa analisi e proposte. Le proposte sono due: una – ripetuta quattro volte – è “più soldati e forze dell’ordine in strada”. L’altra è che il sindaco faccia più telefonate al prefetto, ma senza nessuna informazione su quante telefonate i due si facciano, al momento. Le analisi di Alfano però sono ancora più limitate, e a parte la signora di cui sopra, che gli ha detto una cosa in via Padova, si limitano a un dato bello tondo di cui non risulta nessun fondamento.
«Nell’era Pisapia c’è stata un’impennata della microcriminalità rispetto agli anni di Letizia Moratti di quasi il 150 per cento. Un aumento esponenziale dei reati che colpiscono la vita concreta dei cittadini».
Soprassediamo sull’uso libero della parola “esponenziale”: l’uomo è avvocato, non matematico. E soprassediamo sulla palese approssimazione sbadata del dato, che lo rende già molto sospetto: “centocinquanta” bello tondo, “l’era Pisapia”, “gli anni di Letizia Moratti”, un minestrone di criteri e dati ambigui (infine soprassediamo sul fatto che nessuna persona ragionevole può sostenere che un anno di diverso sindaco cambi così radicalmente il tasso di reati in una città, qualunque sindaco sia). Ma non risulta nessun dato che assomigli a quello citato da Alfano, o che suggerisca un’eventuale sintesi di quel genere. Posto che “negli anni di Letizia Moratti” i media riferivano che Milano fosse la città con più reati d’Italia, i dati disponibili più prossimi a quello di cui Alfano parla sono contenuti in una pubblicazione uscita lo scorso 26 maggio 2012 in occasione del 160esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato.
Come si vede, ci sono state variazioni sia di segno negativo che positivo nei periodi delle due amministrazioni, e complessivamente i reati sono di poco poco diminuiti. E la categoria della “microcriminalità” usata da Alfano non cambia questa realtà, anzi (vero invece è che siano cresciuti gli stupri denunciati, tra il primo quadrimestre 2011 e il primo 2012).
Di nuovo, soprassediamo sulla quantità di variabili che rendono insensato di per sé un paragone così schematico e la pretesa di ricondurre variazioni di questo tipo a un anno di diversa amministrazione. Ma il paragone l’ha voluto fare Alfano e si è evidentemente inventato non solo una percentuale ma anche una tendenza.
Abbiamo chiesto su Twitter ad Alfano, dopo che aveva twittato il link l’intervista, di indicarci la fonte del dato, ma non ha risposto. Abbiamo chiamato Alfano e la sua portavoce ci ha spiegato che il dato “viene da Letizia Moratti”, consigliandoci di chiedere alla sua segreteria. Dalla segreteria di Letizia Moratti, dopo averla consultata direttamente, ci hanno detto che quel dato non viene da lei “perché non è sua consuetudine dare dati che riguardano altri”.
Dice Alfano all’intervistatore: «Guardi, sono le statistiche che mi preoccupano». Vorremmo sapere quali.
foto: Spada – LaPresse