Un anno di Occupy Wall Street
Alcune centinaia di persone si sono riunite a New York, la polizia ne ha arrestate oltre cento: previste manifestazioni in molte altre città americane
Aggiornamento delle 19:00
Gli arrestati dalla polizia a New York risultano essere ora oltre cento, in una manifestazione cresciuta di numero ad alcune centinaia.
Aggiornamento delle 17:00
Circa duecento di persone si sono riunite nel distretto finanziario di New York in occasione del primo anniversario di Occupy Wall Street. I manifestanti – che reggevano bandiere americane, cartelli contro l’ingiustizia sociale e indossavano maschere di Guy Fawkes – hanno cercato di bloccare l’accesso alla Borsa, dov’era schierata la polizia in tenuta antisommossa. Ci sono stati numerosi arresti: secondo l’avvocato Gideon Oliver – presidente della National Lawyers Guild che ha difeso in molte occasioni i manifestanti di Occupy – le persone arrestate sono almeno 70.
#ows #s17 – As of 10AM there have been 70 plus reported arrests.
— Gideon Orion Oliver (@gideonoliver) September 17, 2012
Alle 16 si terrà un’Assemblea generale a Foley Square e da lì i manifestanti si dirigeranno a Zuccotti Park per gli ultimi festeggiamenti.
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Il 17 settembre del 2011 centinaia di persone manifestarono davanti alla Borsa di New York a Wall Street, dando origine al movimento di Occupy Wall Street. Le proteste erano state promosse dal gruppo di hacker noto come Anonymous e dal movimento Adbusters, e criticavano la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi ricchi – considerati l’uno per cento della popolazione – e l’avidità del mondo bancario e finanziario. Nel giro di qualche settimana, il movimento passò dall’essere molto piccolo e anzianotto a diffondersi in molte altre città americane ed europee; ci furono molte altre proteste e in alcuni casi scontri – anche violenti – con la polizia.
(La storia del nome Occupy Wall Street)
A New York i manifestanti si accamparono con tende e sacchi a pelo a Zuccotti Park, un piccolo parco a Lower Manhattan, che divenne il quartier generale della protesta fino a quando venne sgomberato il 15 novembre su decisione del sindaco di New York Michael Bloomberg. Da quel momento Occupy iniziò a sfaldarsi lentamente a causa dell’arrivo dell’inverno e di contrasti interni ai suoi partecipanti. Molti iniziarono a criticarlo per la mancanza di obiettivi concreti e condivisi, per una strategia su come attuarli e per la tendenza a diventare una protesta contro tutto quello che non funzionava nel mondo. Nel frattempo gli accampamenti di molte altre città americane vennero sgomberati: da Portland, a Los Angeles a Washington.
(Noi siamo il 99 per cento, le storie dei manifestanti di Occupy, scarabocchiate da loro)
Molti manifestanti speravano che con l’arrivo della primavera e di un clima più mite Occupy avrebbe riacquistato forza e i manifestanti avrebbero organizzato nuovi accampamenti; altri si aspettavano che qualcuno del movimento si sarebbe candidato alle primarie per la campagna elettorale alla presidenza, perlomeno per portarne avanti le idee. Entrambe le aspettative sono state però deluse: i manifestanti di New York hanno cercato senza successo di rioccupare Zuccotti Park e hanno puntato a occupare banche, università, chiese e la Borsa.
In occasione dell’anniversario sono stati indetti tre giorni di proteste e manifestazioni in più di trenta città americane, nella speranza di riportare in vita il movimento. Oggi si terrà un sit in di protesta davanti a Wall Street mentre sabato, sempre a New York, c’è stata una manifestazione di circa trecento persone, con una decina di arresti per disordine pubblico.