Come funziona – e dove – il reato di blasfemia
Paese per paese, le leggi sulle offese alla religione nel mondo musulmano e le pene che prevedono
Le proteste anti-americane di questi giorni, innescate dalla diffusione del trailer di un film “satirico” su Maometto, hanno fatto parlare tra le altre cose delle leggi sulla blasfemia in vigore in moltissimi paesi a maggioranza islamica. Francesca Paci sulla Stampa le riassume così.
Nella stragrande maggioranza dei paesi musulmani la Costituzione prevede la libertà d’espressione e di stampa (almeno sul piano teorico, perchè poi nella realtà politica e culturale dei singoli Stati subentrano le limitazioni, la censura e l’autocensura mossa dalla paura) ma pone come limite la blasfemia, punita quasi ovunque abbastanza severamente.
Afghanistan
L’attuale Costituzione afghana approvata nel gennaio del 2004 stabilisce con l’articolo 34 che “la libertà d’espressione sarà inviolabile. Tutti gli afghani avranno il diritto di esprimere la loro opiunione attraverso discorsi, scritti, illustrazioni e altri mezzi in osservanza alle disposizioni di questa Costituzione. Tutti gli afghani avranno il diritto – in osservanza alle disposizioni della legge – di stampare e pubblicare materiali senza sottoporli al preventivo controllo dello Stato. Le direttive relative alla stampa, alla radio, alla tv e ad altri mass media saranno regolare dalla legge”. La Costituzione definisce però anche che l’Afghanistan è uno Stato islamico e di conseguenza la legge di riferimento è la sharia (è qui il limite insito nella frase “in osservanza alle disposizioni di legge”).