I gradi di separazione tra Kevin Bacon e Paolo Villaggio
Google ha inserito una nuova funzionalità che verifica un luogo comune del cinema americano: quello che Bacon sia ovunque
Da qualche giorno Google ha introdotto una nuova funzione di ricerca, che riguarda l’attore statunitense Kevin Bacon. Tutti abbiamo visto almeno un film in cui recita Bacon: la lista delle sue partecipazioni ha decine di titoli, dai telefilm a Mystic River a JFK a Footloose.
La nuova funzione di ricerca si basa sul principio dei famosi “sei gradi di separazione”, ovvero la popolare teoria per cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari. Applicata agli attori (ma non solo) e a Kevin Bacon, si scopre che tutti, o quasi, ci hanno recitato insieme o hanno un “Kevin number” molto basso. Il sistema funziona inserendo “Bacon number” nella barra di ricerca più il nome di un altro attore, prima o dopo.
Dall’Italia la ricerca non sembra funzionare, normalmente, ma potete aggirare il problema usando il giochino da una pagina come questa, facendo attenzione a cancellare ad ogni nuova ricerca solo il nome dell’attore e non tutta la stringa.
Qualche altro esempio di seguito, con il numero e la “catena” nelle didascalie.
L’idea dei “sei gradi di Kevin Bacon” non è nuova e risale a una puntata del programma The Jon Stewart Show degli anni Novanta. Ci sono alcuni casi, rari, in cui i gradi di separazione sono più di sei o non ci sono, ma questo potrebbe anche essere dovuto al fatto che il sistema di Google non è perfetto: un concorrente è The Oracle of Bacon, che si basa sul grande database di dati cinematografici e televisivi IMDb e in alcuni casi dà risultati migliori. L’attore sembra prendere bene questo interesse particolare intorno a un aspetto della sua vita professionale, se nel 2007 ha fondato un’associazione di beneficenza che si chiama SixDegrees.org.
(I gradi di separazione su Facebook)
L’ipotesi dei “sei gradi di separazione” viene da un racconto scritto nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy, Catene, in cui si ipotizzava che qualsiasi persona potesse raggiungerne un’altra attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari. Da allora molti sociologi hanno condotto studi e ricerche per verificare se la teoria formulata nel racconto fosse plausibile, ma hanno ottenuto risultati poco precisi e spesso contraddittori a causa dell’impossibilità di condurre ricerche su scala molto ampia.