La Grecia ha bisogno di più soldi?
Le dichiarazioni di un funzionario greco del FMI aumentano le voci su un terzo prestito internazionale, mentre l'economia fornisce altri dati preoccupanti
Ieri uno dei rappresentanti greci al Fondo Monetario Internazionale ha detto che il governo del suo paese avrà bisogno di più fondi da parte delle istituzioni internazionali per aiutare i conti pubblici, dando sostanza e credibilità alle voci – che circolano da tempo – secondo cui il paese stia cercando un terzo prestito internazionale in tre anni.
La dichiarazione è stata fatta in un’intervista al Wall Street Journal da Thanos Catsambas, uno dei vicedirettori esecutivi del FMI, che lavora nell’istituzione da oltre trent’anni e ha una lunga esperienza nei piani di aiuto ai paesi in diverse zone del mondo. Secondo Catsambas, i piani del governo per finanziare la spesa pubblica attraverso l’emissione di titoli di stato a breve scadenza, e dunque per farcela da soli, sono «completamente irrealistici».
I rappresentanti dell’Unione Europea, della BCE e del FMI sono in questi giorni ad Atene per discutere il pagamento dell’ennesima rata del secondo piano di aiuti, che ha un valore totale di 173 miliardi di euro ed è stato concordato pochi mesi fa. La rata è di 31 miliardi di euro e il governo ne ha bisogno per evitare di finire i soldi a disposizione per pagare pensioni e stipendi pubblici nell’arco di poche settimane.
Intanto la situazione economica e sociale della Grecia continua a fornire dati drammatici. Ieri l’istituto nazionale di statistica ha rilasciato i dati della disoccupazione nel secondo trimestre del 2012, che ha raggiunto un nuovo record del 23,6 per cento. Rispetto al primo trimestre di quest’anno c’è stato un aumento dei disoccupati – che sono 1,1 milioni di persone in numero assoluto, in un paese di circa 10 milioni di abitanti – del 4,3 per cento. Tra i giovani, nella fascia d’età 15-24 anni, la disoccupazione arriva al 53,9 per cento.
Il governo greco di Antonis Samaras, del partito di centrodestra Nuova Democrazia, sta tentando fin dal suo insediamento di ottenere un rinvio o un allentamento dei termini entro cui deve rispettare alcuni parametri di bilancio pubblico, ma finora non ha ottenuto risultati (alcune dichiarazioni possibiliste da parte dei rappresentanti delle istituzioni internazionali sono arrivate in questi giorni). In compenso, sta studiando nuove misure richieste dai rappresentanti delle istituzioni internazionali per ottenere il taglio di 11,5 miliardi di euro di spesa pubblica. La soluzione più probabile in questi giorni è un aumento dell’età pensionabile da 65 a 67 anni, che permetterebbe di risparmiare circa un miliardo di euro l’anno. Il sistema pensionistico greco è già stato riformato nel 2010.
L’annuncio di queste misure e quelle che sono già in atto causano continue proteste da parte delle organizzazioni sindacali e dell’opposizione, che sono in aumento in questi giorni: i due maggiori sindacati del paese hanno annunciato oggi un nuovo sciopero generale per il 26 settembre per protestare contro l’abbassamento del salario minimo nel settore privato (tagliato del 22 per cento e del 32 per cento per i lavoratori più giovani) e gli annunciati piani di ristrutturazione del settore pubblico. Proprio in questo campo, nei giorni scorsi alcuni rappresentanti delle istituzioni internazionali avevano detto che la Grecia non stava facendo abbastanza.
Foto: DANIEL ROLAND/AFP/GettyImages