Lo sciopero di Chicago continua
Le scuole saranno chiuse anche oggi, per il quarto giorno, e non è stato raggiunto ancora un accordo: le foto
Da lunedì scorso le scuole pubbliche di Chicago sono chiuse a causa dello sciopero degli insegnanti deciso dopo il fallimento dei negoziati su alcune riforme proposte dal sindaco della città Rahm Emanuel, ex capo dello staff di Barack Obama. Ieri le parti coinvolte si sono riunite solo in tarda serata e senza trovare un accordo, come se «il senso di urgenza all’interno di quelle stanze non corrispondesse al senso di urgenza che c’è invece per le strade», ha commentato alla CNN il reverendo Jesse Jackson. A Chicago una protesta di questo tipo non accadeva da 25 anni: gli insegnanti in sciopero sono oltre 26 mila e gli studenti coinvolti circa 350 mila. Negli ultimi giorni molti genitori hanno deciso di sostenere la loro protesta. Oggi si svolgerà un nuovo incontro e Karen Lewis, presidente del sindacato Chicago Teachers Union, si è detta ottimista nel raggiungimento di un’intesa.
Il distretto scolastico di Chicago è guidato da un amministratore delegato, e non da un sovrintendente come la maggior parte dei distretti statunitensi, che fa riferimento alla giunta comunale della città e in ultima istanza al sindaco. Anche il consiglio di amministrazione del distretto è nominato direttamente dal sindaco, in questo caso Rahm Emanuel, al quale di fatto compete la responsabilità diretta di tutto il sistema.
Il sindacato che rappresenta circa 30 mila insegnanti di Chicago chiede salari più alti a fronte di un allungamento della giornata scolastica proposto dallo stesso sindaco senza però, secondo gli insegnanti, un’adeguata ricompensa. Chiede inoltre una diversa forma di valutazione del lavoro che non sia basata esclusivamente sui risultati di test standardizzati cui vengono sottoposti gli studenti: questi test infatti non terrebbero conto della situazione della maggior parte degli studenti delle scuole pubbliche di Chicago, che provengono da famiglie a basso reddito e quartieri con un alto livello di violenza. Sembra però che il conflitto tra Rahm Emanuel e il sindacato degli insegnanti sia più ampio e comprenda anche altre richieste relative alla riduzione delle dimensioni delle classi, all’aumento dei finanziamenti, alla necessità di assistenti sociali e alle condizioni delle aule.