Attaccata l’ambasciata USA in Yemen
Circa cinquemila manifestanti stanno cercando di entrare nell'edificio a Sana'a, ma sono stati respinti e sono in corso scontri con la polizia
Circa cinquemila manifestanti stanno protestando davanti all’ambasciata degli Stati Uniti a Sana’a, la capitale dello Yemen, e alcuni sono riusciti a entrare nel complesso che ospita la missione diplomatica, ma non all’interno del palazzo. Anche questa protesta pare essere stata causata dalla diffusione del trailer di un film su Maometto girato da Sam Bacile, un cittadino californiano. L’ambasciata dello Yemen negli Stati Uniti, a Washington, ha fatto sapere che non ci sono morti tra i funzionari e che il controllo dell’edificio è tornato alla polizia. L’agenzia di stampa AFP ha detto che uno dei manifestanti è stato ucciso dalla polizia e Reuters scrive che secondo testimoni ci sono anche dei feriti.
A Sana’a i manifestanti stanno cercando di entrare nel palazzo dell’ambasciata statunitense, secondo fonti locali, e un centinaio di persone sono riuscite a superare due blocchi della polizia. Una volta entrati nel complesso sono stati respinti dalle forze di polizia che stavano dentro, mentre altri sono stati arrestati. E sono stati sparati alcuni colpi di pistola in aria per disperdere gli assalitori. I manifestanti hanno urlato: «riscatteremo il Messaggero di Dio». Alcuni sono riusciti ad arrampicarsi sui muri del palazzo, hanno tolto la bandiera statunitense dall’asta e l’hanno bruciata, sostituendola con una nera con la scritta «non c’è altro Dio che Allah».
La diretta, dall’ambasciata statunitense a Sana’a, sul sito di NewsNet 5.
Molte finestre degli uffici dell’ambasciata sono state rotte per il lancio di pietre e alcuni hanno provato a incendiare la porta d’ingresso del palazzo. Scrive BBC che molte macchine sono state incendiate e che ci sono in corso delle sparatorie tra i manifestanti e la polizia, che hanno provocato alcuni feriti. Abd Rabbuh Mansour al-Hadi, il presidente dello Yemen, ha fatto sapere che sarà aperta un’indagine sull’attacco all’ambasciata statunitense e si è scusato con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Foto: MOHAMMED HUWAIS/AFP/GettyImages