Ancora proteste al Cairo
Le foto delle nuove manifestazioni davanti all'ambasciata statunitense, mentre Obama dice che l'Egitto «non è un alleato ma nemmeno un nemico»
Anche ieri sera qualche decina di persone si sono riunite fuori dall’ambasciata statunitense del Cairo, in Egitto, intonando cori ed esponendo cartelli di protesta contro un oscuro film girato da un cittadino californiano, Sam Bacile. Le proteste, a cui hanno preso parte circa 200 persone, sono andate avanti fino a questa mattina.
Nel corso degli scontri, la polizia a un certo punto ha lanciato dei gas lacrimogeni per tenere i manifestanti lontani dai cancelli dell’ambasciata, e alcuni pneumatici sono stati dati alle fiamme, ma non si è ripetuto quanto accaduto mercoledì sera, quando un gruppo di manifestanti era entrato nell’ambasciata statunitense e si era arrampicato su un muro, ammainando la bandiera degli Stati Uniti e issando al suo posto una nera islamista. La polizia ha respinto la manifestazione dalla zona dell’ambasciata alla vicina piazza Tahrir. In totale, secondo quanto riporta Al Jazeera, sono state ferite circa 30 persone e almeno 12 persone sono state arrestate.
(Che cosa sappiamo di “L’innocenza dei musulmani”)
Intanto le autorità egiziane hanno iscritto i nomi di 9 persone, copti con doppia nazionalità egiziana e americana, nella watch list delle compagnie aeree: sono sospettati di avere collaborato alla realizzazione del film di Bacile. Il presidente egiziano Mohammed Morsi, scrive CNN, non ha espresso condanna nei confronti dell’attacco all’ambasciata ma solo riguardo al film su Maometto. Il ministero degli Esteri ha ribadito il suo impegno a proteggere le ambasciate straniere in Egitto. Diverse persone hanno detto di essere tra gli organizzatori delle proteste, tra queste il leader salafita Wesam Abdel-Wareth. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto ieri che l’Egitto «non è un alleato ma nemmeno un nemico: è un paese con un nuovo governo che sta cercando la sua strada».