La storia di Fred Perry
Cioè l'ultimo grande tennista britannico prima di Andy Murray, noto ai contemporanei soprattutto per le magliette
di francesco marinelli
Lunedì il tennista scozzese Andy Murray ha vinto gli US Open, il torneo del Grande Slam di New York. È stata la sua prima vittoria in uno slam – uno dei quattro tornei più importanti nel tennis: gli Australian Open, gli US Open, Wimbledon e il Roland Garros – dopo quattro finali perse. Murray ha vinto anche il torneo singolare maschile alle Olimpiadi di Londra 2012, il mese scorso. Era dal 1908 che un tennista britannico non vinceva l’oro olimpico (l’ultimo fu Arthur Gore) ed era da 76 anni che un britannico non vinceva gli US Open. L’ultimo fu Frederick John Perry, nel 1936. Il nome di Fred Perry suona familiare anche ai contemporanei, a causa del popolare marchio di abbigliamento e scarpe creato negli anni Trenta dallo stesso Perry, riconoscibile dal simbolo di una piccola corona di alloro, e per una racchetta, oggi non più in commercio.
Perry è stato il tennista britannico ad aver vinto più tornei, dominando dal 1934 al 1936 e rimanendo consecutivamente numero uno del mondo nella classifica dei tennisti professionisti per quei due anni. Ha vinto tutti e quattro i tornei del Grande Slam nel singolare maschile, nel doppio maschile e nel doppio misto. Ha vinto tre volte Wimbledon e gli US Open, e ha contribuito a far vincere alla Gran Bretagna l’International Lawn Tennis Challenge (che dal 1945 è diventata la Coppa Davis), la massima competizione mondiale a squadre nazionali del tennis, dal 1933 al 1936.
Fred Perry nacque a Stockport, una città a 10 chilometri a sud-est di Manchester, nel 1909 e morì a Melbourne, in Australia, nel 1995. Prima di diventare un campione del tennis, nel 1929 Fred Perry fu campione mondiale di tennis tavolo. Fu proprio grazie al tennis tavolo che sviluppò il dritto “di polso”, il suo colpo migliore. Fred Perry è stato sempre identificato con il torneo di Wimbledon, rappresentando un punto di riferimento per tutti i tennisti britannici e per gli spettatori del torneo, che ogni anno si fanno fotografare vicino alla statua a grandezza naturale costruita nel 1984 per celebrare la sua prima vittoria a Wimbledon del 1934.
Il video della finale di Wimbledon del 1934 vinta da Fred Perry.
Il suo successo però non fu sempre riconosciuto. La prima vittoria a Wimbledon del 1934 contro l’australiano Jack Crawford fu commentata con una “strana mancanza di eccitazione” tra gli spettatori, ricorda la BBC. Finita la partita e rientrato negli spogliatoi, Perry si arrabbiò dopo aver sentito uno degli organizzatori dire “che non aveva vinto il migliore”. Dopo quella vittoria, una rivista americana dell’epoca scrisse: “Perry non è un campione popolare in patria”.
Uno dei motivi di questa diffidenza nei confronti di Fred Perry dipendeva dall’ambiente in cui era cresciuto, visto che i suoi genitori appartenevano alla classe operaia. Perry iniziò a giocare a tennis soltanto quando suo padre ebbe un po’ di successo in politica, nei movimenti di sinistra di Londra. Nella Gran Bretagna dei primi anni Trenta il tennis stava cominciando a diventare uno sport aperto a tutti e non più soltanto all’aristocrazia. Ma già dopo le prime vittorie Fred Perry fu visto con diffidenza, anche dai suoi compagni di squadra nella nazionale che partecipava all’International Lawn Tennis Challenge.
Nei circoli di tennis Perry non era ben visto anche a causa dei i suoi comportamenti che a volte contraddicevano lo stile da gentleman che era richiesto ai tennisti dell’epoca. Perry criticava e a volte offendeva i suoi avversari, non nascondeva la sua ambizione e litigava spesso con le autorità sportive della Lawn Tennis Association (LTA), l’Associazione britannica dei professionisti. Nel 1936, dopo aver vinto per la terza volta il torneo di Wimbledon, decise di lasciare la Federazione britannica definendola antiquata e poco professionale e aderì a un piccolo circolo professionale negli Stati Uniti. La LTA lo escluse allora sia dal torneo di Wimbledon sia dalla nazionale di Coppa Davis, gli ritirò il prestigioso riconoscimento onorario di membro dell’All England Club, e lo privò della possibilità di partecipare ai tornei organizzati in Gran Bretagna.
Chiusa la carriera sportiva alla fine degli anni Trenta, Fred Perry creò una linea di abbigliamento per il tennis e il polo, che ebbe successo soprattutto negli anni Sessanta tra i giovani britannici che facevano parte del movimento conosciuto con il nome di mod, abbreviazione di modernist. Rimase comunque nel mondo del tennis, come allenatore e commentatore, sempre negli Stati Uniti. La sua riconciliazione con la Gran Bretagna avvenne piano piano, a partire dal 1968, favorita dal fatto che nessun tennista britannico riuscì a eguagliare le sue vittorie. Nel 1984, undici anni prima della sua morte, gli organizzatori di Wimbledon gli dedicarono la più grande statua del circolo. «La storia d’amore più importante della mia vita? È stata quella con Wimbledon», disse quel giorno Fred Perry.
– 125 anni di Wimbledon condensati in 30 fotografie
Foto: Fred Perry, Wimbledon 1936 (Hudson/Topical Press Agency/Getty Images)