Che fine ha fatto Xi Jinping?
Il vicepresidente cinese, che dovrebbe succedere a Hu Jintao, ha saltato i suoi ultimi appuntamenti, dando buca anche a Hillary Clinton: circolano molte voci
Mercoledì 5 settembre il vicepresidente della Cina, Xi Jinping, ha improvvisamente annullato un incontro programmato da tempo con il Segretario di stato statunitense, Hillary Clinton, senza dare particolari motivazioni. La notizia ha sorpreso molti analisti e osservatori di politica internazionale, anche perché in una precedente visita negli Stati Uniti di qualche mese fa, Xi era stato accolto con tutti gli onori e i riguardi che vengono solitamente riservati a un capo di Stato. Il mancato incontro, insieme con l’annullamento negli ultimi giorni di altri appuntamenti, ha portato a molti sospetti e interrogativi sulle effettive condizioni di salute di Xi e sui rapporti all’interno del Partito comunista cinese.
I dubbi sono stati rafforzati ieri, in seguito alla decisione di Xi di annullare un incontro previsto con il primo ministro danese, in visita in Cina. Si è trattato del quarto appuntamento consecutivo annullato dal vicepresidente, compresa un’importante riunione organizzata dal Partito comunista alla fine della scorsa settimana. Inoltre, da una settimana Xi non partecipa ad alcun evento pubblico e non è stato più visto.
Il vicepresidente Xi Jinping ha 59 anni, è originario di Pechino ed è figlio di Xi Zhongxun, uno dei protagonisti della rivoluzione diventato poi leader all’interno della prima generazione di dirigenti del Partito comunista. Xi è da anni una figura molto importante del partito ed è popolare soprattutto per le battaglie che ha condotto contro la corruzione, uno dei problemi più seri che deve affrontare la Cina in questi anni. Dovrebbe succedere all’attuale presidente, Hu Jintao, e da mesi c’è quindi una particolare attenzione nei suoi confronti, anche da parte dei mezzi di comunicazione fuori dal paese. A fine giugno, per esempio, Bloomberg pubblicò un articolo sul personaggio e sulle sue ricchezze familiari. La cosa non piacque al governo di Pechino, che rese irraggiungibile il sito dell’agenzia di informazione in tutta la Cina.
Xi dovrebbe essere nominato futuro presidente della Cina al prossimo congresso del Partito comunista. Tuttavia, come spiegano su BBC, al momento non sono state ancora fissate le date dell’evento, che dovrebbe portare anche alla nomina di diversi nuovi funzionari in posti di potere fondamentali per il governo del paese. Secondo gli analisti, la mancanza di una data precisa sarebbe un altro indizio dei rapporti sempre più tesi all’interno del partito, dove si confrontano diverse correnti e ambizioni dei singoli a occupare nuovi posti di potere.
In seguito all’annullamento dell’incontro di ieri non sono state comunicate notizie ufficiali su Xi, cosa che ha favorito la circolazione di voci non controllate sulle sorti del vicepresidente. Per alcuni, Xi sarebbe stato vittima di un grave incidente stradale tenuto segreto dal Partito comunista, mentre per altri l’assenza del vicepresidente sarebbe l’ennesima dimostrazione delle grandi divisioni all’interno del partito. La scorsa settimana, dopo il mancato appuntamento con Hillary Clinton, circolò invece con insistenza la voce che Xi si fosse fatto male praticando qualche sport, ma anche in questo caso si trattò di semplici speculazioni difficili da verificare.
Negli ultimi giorni sui social network cinesi si è anche diffusa la voce che Xi abbia avuto un lieve malore, probabilmente legato a qualche problema cardiaco. Sui siti di microblogging, gli equivalenti cinesi di Twitter, si è discusso molto delle condizioni politiche e di salute del vicepresidente, tanto da spingere le autorità di Pechino a bloccare alcuni siti o a impedire le ricerche legate a Xi. Tra grandi incertezze, c’è comunque chi ipotizza che il vicepresidente abbia semplicemente qualche problema alla schiena, cosa che lo avrebbe tenuto lontano dai recenti impegni politici.
Come accade spesso con il governo cinese, molto chiuso e riservato, è difficile sapere di preciso che cosa succede nei principali posti di potere della Cina. Secondo molti osservatori i dubbi rimarranno fino alla metà del prossimo ottobre, quando il Partito comunista dovrebbe infine indire il congresso per determinare il nuovo assetto politico della Cina. Le grandi incertezze confermano le confusioni interne al partito sulla nomina della nuova generazione di esponenti politici che dovranno guidare il paese. Difficoltà che sono dovute in parte anche alla crisi economica, che ha comportato un rallentamento nell’economia cinese e che ha portato alla nascita di diverse correnti politiche con varie idee su come affrontare il problema.