Le scuole senza presidi in Lombardia
Il Tar ha annullato un concorso per una storia di buste troppo trasparenti: in attesa della decisione definitiva il ministero sta inviando centinaia di insegnanti da altre regioni
Il ministero dell’Istruzione ieri ha annunciato l’arrivo dei 200 insegnanti chiesti nei giorni scorsi dalla regione Lombardia per far fronte a quel che è stato prevedibilmente chiamato il “caos presidi”. Gli insegnanti lavoreranno nelle scuole sprovviste di presidi – più di 500 su 1227, quasi una su due – permettendo così a dei presidi “reggenti” di essere esonerati dall’insegnamento e occuparsi a tempo pieno delle nuove sedi che gli sono state assegnate. L’assenza dei presidi si deve all’annullamento di un concorso regionale, stabilito dal Tar lo scorso 18 luglio e per il momento confermato dal Consiglio di Stato il 29 agosto.
La storia, molto lontana dal giungere a una conclusione, è iniziata a luglio, quando 101 aspiranti presidi bocciati alla prova scritta del concorso hanno deciso di presentare ricorso contro il ministero dell’Istruzione al Tar della Lombardia. Il Tar, con la sentenza 2035 del 18 luglio, ha annullato i risultati dello scritto, invalidando di conseguenza anche i risultati degli esami orali. I ricorrenti sostenevano che la carta delle buste destinate a contenere i dati anagrafici dei candidati fosse troppo sottile e quindi trasparente. Ciò avrebbe permesso agli esaminatori di vedere in controluce i dati anagrafici di chi ha sostenuto la prova. La sentenza del Tar è molto chiara sul punto:
«Dall’esame svolto è emerso nitidamente che il contenuto del cartoncino, contenente i dati anagrafici dei candidati, risulta agevolmente leggibile se posto in controluce. Questo avviene a causa del color bianco, della consistenza molto modesta – ai limiti della trasparenza – dello spessore della carta utilizzata per realizzare la busta piccola e per l’assenza di un ulteriore rivestimento di protezione per schermare la scritta con i nomi, come solitamente dovrebbe avvenire per tutte le buste destinate a essere utilizzate in sede concorsuale»
Il Tar ha accertato quindi un «vizio procedurale» per cui non sarebbe stato garantito il principio dell’anonimato, fondamentale per la validità di ogni concorso pubblico. Risultato: concorso annullato. Le buste, che sono state utilizzate per altri concorsi, sono state acquistate dalla regione attraverso il CONSIP, la piattaforma ufficiale degli acquisti per la pubblica amministrazione. «Quelle buste sono state in mano a quasi mille persone e nessuno ha detto nulla», ha detto il direttore scolastico della Lombardia Giuseppe Colosio. «Solo quando si sono accorti di non essere passati hanno parlato di carta trasparente».
«Ci siamo rivolti al Tar perché ritenevamo di non essere stati valutati correttamente», ha spiegato invece al Corriere della Sera Lorenzo Valentino, docente di Lettere in una scuola media e uno dei ricorrenti. «Poi, accedendo ai test, i nostri legali si sono accorti della qualità delle buste. I giudici ne hanno chiesto l’acquisizione e hanno rilevato la violazione dell’anonimato, decidendo l’annullamento del concorso».
Il Consiglio di Stato terrà l’udienza di merito, dove verrà presa una decisione definitiva sulla questione, il prossimo 20 novembre. Nel frattempo la direzione scolastica della Lombardia ha dovuto coprire in qualche modo i posti rimasti scoperti, dovendo nominare 475 reggenti. Tra questi, 48 sono presidi che sarebbero dovuti andare in pensione quest’anno e altri 12 sono vincitori del concorso per presidi in Trentino: gli altri sono presidi che sono già dirigenti di altre scuole e che oggi si trovano a dirigere anche quattro o cinque istituti.
Il ministro all’Istruzione Francesco Profumo, alla Festa democratica di Osnago, ha incontrato una delegazione degli aspiranti dirigenti scolastici che hanno passato il concorso e oltre ad assicurare che presto verranno inviati docenti dalle altre regioni ha detto che se il Consiglio di Stato dovesse confermare l’invalidità della prova, la graduatoria di merito finale sarebbe garantita e confermata da un’altra prova orale di idoneità. L’altra richiesta dei “presidi mancati” è anticipare i tempi della decisione di almeno un mese.
Ma potrebbe non finire nemmeno qui. Chi ha già sostenuto gli orali minaccia ulteriori azioni legali e richieste di risarcimento danni. Le graduatorie sono state congelate e le nomine dei presidi al momento non arriveranno di sicuro fino all’inizio del prossimo anno scolastico, nel 2013: si andrebbe avanti fino ad allora con le reggenze e con presidi che si troverebbero a gestire un numero sempre più elevato di scuole.
A novembre il Tar del Lazio dovrà decidere anche sui ricorsi sui test pre selettivi unici, sempre riguardo i presidi: esami nazionali propedeutici alle prove regionali contestate. Nonostante il ministero avesse già ritirato un migliaio di quesiti (sui 4.000 pubblicati e dai quali avrebbe estrapolato le 100 domande del concorso), 8.000 candidati non ammessi alle prove scritte hanno contestato davanti ai giudici amministrativi delle risposte considerate sbagliate.
foto: Frank Perry/GettyImages