La storia di Vittorio Colò
Atleta e più volte campione nelle categorie per "veterani", si è ucciso a 101 anni sparandosi in chiesa a Milano
Cesare Giuzzi sul Corriere della Sera racconta oggi del suicidio di Vittorio Colò, 101 anni.
Ha scelto di fermare il tempo. Gli anni, che a novembre sarebbero stati 101. I secondi, contro i quali aveva combattuto in pista, nella sua seconda vita da atleta. Una fila di record del mondo e venticinque primati nazionali nella categoria Master. Sette medaglie ai Mondiali per veterani del 1997 in Sudafrica. Vittorio Colò ha corso fino al 2006 quando aveva 95 anni. L’ultimo record è di due anni prima: tre metri nel salto in lungo nella categoria over 90. Ieri, poco dopo mezzogiorno, è uscito dalla sua casa di via Pergine, davanti al Monte Stella al quartiere Qt8. Ha percorso poche centinaia di metri a piedi, è entrato nella chiesa dedicata a Santa Maria Nascente e s’è sparato un colpo di pistola alla testa.
Un unico, letale, proiettile dall’arma che per anni aveva regolarmente denunciato. Sul pavimento, appoggiati con ordine e cura: la carta d’identità, un foglietto con il nome e il numero del cellulare del figlio, una serie di lettere indirizzate alla famiglia. La grafia ferma, poche parole per chiedere scusa. Nessuna motivazione, solo la stanchezza – come ricorda il figlio arrivato in parrocchia assieme alla moglie – per una vita che stava presentando il conto: «Da quando aveva smesso con lo sport era iniziato un lungo malessere, non una depressione. Ma qualcosa gli mancava. Un anno fa, dopo la festa per i 100 anni, con l’Ambrogino d’Oro del Comune, sembrava essere tornato più solare. Poi il calo fisico s’era fatto sentire, non lo accettava».