La prima manovra di Hollande
Il presidente francese l'ha spiegata ieri in tv: 30 miliardi di euro per due anni, 20 di nuove tasse e 10 di tagli
di francesco marinelli
Il presidente francese François Hollande ha presentato ieri sera, con un intervento al telegiornale del canale TF1, il piano di misure economiche per rimettere ordine nei conti pubblici francesi: ha detto che il suo governo «interverrà per invertire i dati negativi sulla disoccupazione e ridurre il deficit pubblico», cioè la mancata copertura della spesa con le entrate. Oltre ai problemi nei conti pubblici, Hollande dovrà affrontare le previsioni sulla crescita dell’economia, riviste al ribasso rispetto ai mesi scorsi. «Due anni per raddrizzare la Francia», ha detto Hollande: il presidente francese ha parlato di un piano che arriva fino al 2014.
Hollande ha chiesto al governo di basarsi su una stima realistica sulla crescita del paese, «che è intorno allo 0,8 per cento» e di «non fare previsioni ottimistiche che poi si rivelano false». Il governo aveva previsto per il 2013 una crescita del PIL dell’1,2 per cento, cifra considerata sbagliata e illusoria da molti economisti. Per rispettare la stima fatta ieri dal presidente sulla crescita e soprattutto per ridurre il deficit di bilancio, la Francia varerà una manovra da 30 miliardi di euro composta da 20 miliardi di nuove tasse e 10 miliardi di tagli: «nel 2013 non spenderemo un euro in più rispetto al 2012», per arrivare al pareggio di bilancio «nel 2017». In base al programma di governo il deficit dovrà essere al 4,5 per cento del Pil nel 2012 e al 3 per cento nel 2013.
A fine luglio la Corte dei Conti francese aveva invece ipotizzato che fossero necessari, per il risanamento dei conti, 33 miliardi di euro. Hollande ha spiegato che altre 6 miliardi di euro saranno recuperati con la legge già approvata a luglio che prevede l’aumento delle tasse sugli straordinari (contribution d’ISF). La cifra complessiva delle misure per il risanamento sarà quindi 36 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece l’altro pilastro della manovra, il risparmio di spesa pubblica, il presidente francese ha spiegato che una misura certa sarà la riduzione del 7 per cento dei costi sul pubblico impiego, con un ridimensionamento del personale in alcuni ministeri.
Hollande ha fatto spesso riferimento, durante il suo discorso, al tema del “patriottismo”, per spiegare che in un momento così difficile tutti devono dare qualcosa «per il bene della Francia e della sua economia». Riferendosi, soprattutto, a chi può dare di più. Chi guadagna oltre un milione di euro all’anno sarà tassato – solo per la parte eccedente alla quota – con un’aliquota del 75 per cento: è la tassa di cui si discute molto per via del caso di Bernard Arnault. Si tratta di una «misura eccezionale» che dovrebbe rimanere in vigore per due anni. La tassa si applicherà soltanto sui redditi da lavoro (salari e bonus) e non sui redditi da capitale (azioni, dividendi, plusvalenze). La tassa dovrebbe riguardare dalle 2.000 alle 3.000 persone. Per quanto riguarda invece i redditi sopra i 150mila euro, la tassazione sarà del 45 per cento.
Oltre alle misure che riguardano i redditi alti, ci sarà anche un aumento del 2 per cento sulle tasse che la classe media pagherà sui propri redditi (sotto i 150mila euro), scrive il quotidiano Le Figaro, nonostante Hollande abbia detto nei mesi scorsi, e durante la campagna elettorale, che le famiglie della classe media non potevano continuare a essere i finanziatori della crisi. Questo aumento sarà determinato dal fatto che i redditi del 2012 non saranno indicizzati all’inflazione. Hollande ha definito la sua presidenza come «esemplare, semplice e d’azione».
Sul tema del lavoro Hollande ha detto di essere «in posizione di combattimento». In Francia ci sono poco più di tre milioni di disoccupati, ha detto Michel Sapin, il ministro del Lavoro francese. Hollande si è impegnato a creare centomila nuovi posti di lavoro entro la fine dell’anno e mettere in pratica gli accordi di produzione – nuovi modelli per aumentare la produttività, da stabilire insieme ai sindacati – «per tutte le imprese». Hollande ha fatto sapere ai sindacati che entro il 2012 bisognerà trovare il compromesso per approvare la riforma del mercato del lavoro «in modo che i lavoratori siano più protetti e che le aziende siano in grado di adattarsi ai cambiamenti». L’obiettivo è abbassare il costo del lavoro per favorire la competitività delle aziende. I negoziati tra il governo e i sindacati sono iniziati venerdì scorso.
Foto: François Hollande (KENZO TRIBOUILLARD/AFP/GettyImages)