E domani la Convention democratica
A Charlotte, nella Carolina del Nord: per vedere se farà più breccia di quella dei Repubblicani a Tampa
Domani a Charlotte (Carolina del Nord) inizierà ufficialmente la convention del Partito Democratico statunitense, che indicherà formalmente l’attuale presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il suo vice, Joe Biden, come candidati per le prossime elezioni presidenziali di novembre. La manifestazione inizia a una settimana circa di distanza dalla convention repubblicana di Tampa (Florida), dove i delegati hanno indicato per le presidenziali Mitt Romeny e Paul Ryan come suo vice. Nei prossimi giorni a Charlotte arriveranno tutti i principali esponenti del Partito Democratico per incontrare i delegati e tenere discorsi, in attesa del comizio finale di Barack Obama.
Charlotte fu scelta come sede della convention all’inizio dello scorso anno ed è la prima volta che un simile evento viene organizzato nella Carolina del Nord. Inizialmente si erano ipotizzate altre sedi come Cleveland (Ohio), Minneapolis (Minnesota) e St. Louis (Missouri). Gli amministratori locali puntano molto sulla convention per dare una spinta all’economia di Charlotte. Secondo alcuni analisti potrebbe portare a ricavi pari ad almeno 150 milioni di dollari. La città si riempirà, con circa 35 mila delegati provenienti da tutti gli Stati Uniti per eleggere i candidati alle prossime presidenziali.
La scelta della Carolina del Nord da parte dei Democratici non è comunque casuale. Nel 2008 lo Stato fu vinto da Obama per appena 13.692 voti su un totale di 4,2 milioni di perone iscritte per votare. Anche le elezioni successive, per il Senato e per la carica di Governatore nello Stato, si sono rivelate molto combattute. La speranza è che la convention contribuisca ad ampliare il consenso verso l’attuale presidente in cerca della rielezione.
I primi due giorni della convention saranno organizzati presso la Time Warner Cable Arena, il palazzetto dello sport che si trova al centro della città e che può ospitare circa 20mila persone. Numerosi altri eventi saranno organizzati in giro per Charlotte dove i delegati di ogni Stato si potranno incontrare e confrontare non solo sui candidati alle presidenziali, ma anche sui temi politici.
Ma la convention è soprattutto grandi discorsi da parte dei principali esponenti del partito. Domani, 4 settembre, il discorso più atteso sarà quello della first lady Michelle Obama, impegnata con il marito nella campagna elettorale per la rielezione. Ci sarà anche un intervento di Jimmy Carter, ex presidente democratico che rimase in carica per un solo mandato tra il 1977 e il 1981. Il 5 settembre terrà un discorso anche Bill Clinton, presidente tra il 1993 e il 2001, che mantiene ancora un notevole seguito da parte degli aderenti al partito. Nello stesso giorno parlerà anche Elizabeth Warren, candidata al Senato degli Stati Uniti nel Massachussetts, molto liberal (l’ala più di “sinistra”) e ritenuta una delle più promettenti politiche statunitensi in circolazione.
Il 6 settembre sarà il giorno più importante della convention e i principali eventi si svolgeranno presso il Bank of America Stadium, il grande stadio cittadino che può ospitare più di 72mila persone. In quel giorno parleranno l’attuale vicepresidente Joe Biden, che accetterà l’incarico come candidato per un secondo mandato, e l’ex candidato alle presidenziali John Kerry, che perse contro George W. Bush nel 2004. Il discorso conclusivo, e il più importante, sarà tenuto in serata da Barack Obama, che accetterà la nomination per le elezioni di novembre.
Oltre ai delegati, a Charlotte stanno confluendo gruppi di manifestanti che organizzeranno manifestazioni sui temi della crisi economica, dell’impegno militare degli Stati Uniti nel mondo e sugli stretti rapporti tra politica e lobby industriali. Altri manifesteranno contro il presidente e le sue politiche. In città è stato messo a punto un piano di sicurezza molto esteso e dal costo di diverse decine di milioni di dollari. L’amministrazione di Charlotte ha anche emesso alcune ordinanze per rafforzare la sicurezza.
Stando ai sondaggi più recenti, Barack Obama è di pochissimo in vantaggio rispetto a Mitt Romney con il 46,4 per cento delle preferenze contro il 46,3 per cento del suo avversario. È naturalmente ancora presto per avere previsioni e dati affidabili sull’elezione e occorre ricordare che negli ultimi giorni Romney ha avuto maggiore visibilità, grazie alla convention repubblicana e al suo discorso di accettazione della nomination per le presidenziali: anche se le prime analisi dicono che il “rimbalzo” dell’evento non è stato granché per i repubblicani. Le cose cambieranno probabilmente nei prossimi giorni, dopo il discorso di Obama per il quale ci sono grandi attese e fino a ora poche anticipazioni.
A differenza di Romney, che ha fatto un discorso criticando soprattutto l’amministrazione Obama, l’attuale presidente cercherà di dare un messaggio positivo raccontando i progressi raggiunti dal suo governo per arginare gli effetti della crisi economica. Secondo gli analisti, Obama dovrà anche dimostrare di avere idee, risorse e capacità per il futuro e di trasmettere tutto questo agli elettori: rinnovando la credibilità di un progetto che è andato appanandosi col trascorrere del suo mandato. Parlando di politica estera e di sicurezza nazionale, Obama farà probabilmente riferimento al ritiro dall’Iraq e soprattutto all’operazione che portò alla cattura e alla morte di Osama bin Laden lo scorso anno.