La storia di @
Comparve per la prima volta nei conti di un mercante fiorentino del 1500 e diventò famosa dopo una decisione presa nel 1971
Per gli italiani è una chiocciola, per gli olandesi la coda di una scimmia. Per il Museum of Modern Art di New York (MOMA), che l’ha inserita nella sua collezione permanente, il simbolo @ è un esempio di «eleganza, economicità, onestà intellettuale e un’idea del futuro dell’arte di questi giorni». La rivista americana Smithsonian racconta in un articolo la storia misteriosa di uno dei simboli più utilizzati del web, diventato una presenza fissa nelle nostre vite nel giro di pochi anni (prima, da noi, era per alcuni la “a commerciale”). Malgrado molte ipotesi non si sa con certezza chi, e perchè – dice l’articolo – abbia inventato il simbolo @. Una teoria dice che i monaci medioevali, per risparmiare spazio nei loro manoscritti, avessero deciso di aggiungere una piccola coda alla “a” per indicare la preposizione “ad”, che in latino significa “verso”. Un’altra teoria è che venga dall’unione della “a” e della “e” e serva per abbreviare l’espressione inglese “each at”.
Il primo uso documentato risale al 1536. Il mercante fiorentino Francesco Lapi utilizzò il simbolo @ per indicare un’unità di vino chiamata “anfora”, che equivale a un vaso di creta di grosse dimensioni. Negli anni successivi il simbolo è stato utilizzato nel commercio, con il significato di “al prezzo di”. Le prime macchine da scrivere, realizzate nel 1800, non includevano il simbolo, che non compariva nemmeno nei primi sistemi di tabulazione a schede (usati per la prima volta per il censimento negli Stati Uniti nel 1890), i precursori dei sistemi di programmazione dei personal computer.
Come raccontò Marco Belpoliti in un articolo del quotidiano torinese La Stampa, Jan Tschichold, uno dei maggiori teorici della tipografia e disegnatore di caratteri del Novecento, ha dedicato un intero saggio alla storia del simbolo &, la “e commerciale” (in inglese, ampersand). A suo parere il segno grafico @ altro non sarebbe che un’altra scrittura di &: entrambe indicano la stessa cosa, la “et” e la “e” latine. Nel suo saggio Tschichold cita esempi dei graffiti pompeiani e della scrittura corsiva romana, anche se il simbolo viene utilizzato per di più tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento. Gerard Unger, uno dei più celebri disegnatori di caratteri degli ultimi vent’anni, paragona la & alla cravatta e sostiene che se le convenzioni sociali impongono di indossare completi in tinta, la nota fantasiosa si conserva proprio in questo simbolo.
Il simbolo @ entrò nella storia nel 1971. Ray Tomlinson, un programmatore statunitense, si trovò di fronte a un problema: come poter collegare un computer a un altro? A quel tempo ogni computer era collegato a una macchina centrale con una connessione telefonica e una telescrivente, che in sostanza è una tastiera collegata a una stampante a distanza. Erano i tempi di Arpanet, una rete di computer creata nel 1969 dal DARPA, l’agenzia del dipartimento della difesa degli Stati Uniti responsabile per lo sviluppo di nuove tecnologie ad uso militare. Una forma “embrionale” di rete dalla quale poi nacque Internet.
La sfida che Tomlison dovette affrontare era trovare un modo per far sì che un messaggio inviato da un pc della rete Arpanet arrivasse a un altro della stessa rete. Di sicuro era necessario inserire il nome del mittente, così come quello del computer destinatario. E questi due elementi dovevano essere separati da un simbolo che non fosse già utilizzato nei programmi e nei sistemi operativi, per non fare troppa confusione. Tomlison racconta che lo sguardo gli cadde sul simbolo proprio sopra la P della sua telescrivente Modello 33. «Non c’erano molte opzioni, non potevo usare un punto esclamativo o una virgola. Avrei potuto scegliere il segno uguale, ma non avrebbe avuto molto senso». E così lo scienziato, che ancora oggi lavora per la BNN, inviò la prima @ della storia.