Romney chiude, senza il botto
Più palloncini che passioni nella conclusione della convention repubblicana a Tampa, che fa parlare soprattutto per il senatore Rubio e per Clint Eastwood
Con un discorso di 37 minuti iniziato con le parole “Accetto la vostra nomination alla presidenza degli Stati Uniti”, Mitt Romney ha chiuso la convention del Partito Repubblicano a Tampa, Florida, tra molti applausi e palloncini ma lasciando nella gran parte degli osservatori l’impressione di non essere neanche questa volta stato capace di assestare un colpo da maestro e di eccitare davvero le passioni dell’elettorato conservatore.
Romney si è dedicato molto agli elettori di Barack Obama, sottolineando le delusioni di una presidenza che non ha ottenuto risultati: «C’è qualcosa che non va se il giorno migliore che ricordate è quello in cui lo avete votato». E tra le altre cose, Romney ha reintrodotto alcuni temi di politica estera nella campagna, accusando Obama di fallimenti anche su Iran, Israele, Russia. Nel discorso di Romney c’è stato però anche molto di presentazione di sé come un candidato affidabile e fidato (era stato preceduto da una serie di interventi video che ne raccontavano tratti e aneddoti, dall’apprezzato senatore Rubio che molti vedono come un candidato potenziale per il 2016, e da uno spiazzante Clint Eastwood), e in particolare ricerca del voto delle donne, per cui ha chiesto maggior spazio, citando le parole di sua madre.
Tra i commenti sui media al discorso di Romney prevale un rispettoso consenso sul fatto che sia stato un intervento dignitoso e solido, capace di sottolineare le mancanze dell’amministrazione Obama e convincere sulla differenza tra la praticità dell’uomo d’affari e la vaghezza idealistica del presidente in carica. Meno efficace nel presentare Romney stesso come il candidato dei sogni degli americani.