La legge tedesca su Google e i giornali
Il governo ha proposto di estendere il diritto d'autore anche ai testi mostrati nelle pagine dei risultati: Google e gli altri dovrebbero pagare per mostrarli
Il governo tedesco ha deciso ieri di presentare in parlamento un nuovo disegno di legge per estendere la protezione del copyright sul web alle anteprime degli articoli mostrate dai motori di ricerca, nelle loro pagine dei risultati. Se approvata, la nuova legge potrebbe influire sensibilmente sulla diffusione delle informazioni in Germania, complicando la vita a chi gestisce i contenuti online. Google ha commentato la notizia dicendo che ieri è stato un brutto giorno per internet.
L’iniziativa del governo tedesco, che potrebbe ancora arrestarsi o essere modificata nella sostanza durante il suo iter parlamentare, sembra accogliere una richiesta formulata più volte dagli editori nel corso degli ultimi anni, anche in Italia. Molte case editrici ritengono che le anteprime degli articoli delle loro testate costituiscano un utilizzo non autorizzato di materiale protetto dal diritto d’autore: in alcuni casi temono che la loro esistenza sottragga lettori e di conseguenza possa arrecare seri danni economici (ma per questo potrebbero ricorrere a strumenti tecnici che inibiscano l’aggregazione da parte di Google), in altri sostengono semplicemente di avere diritto a parte dei guadagni che Google ottiene dall’indicizzazione dei loro contenuti. Google e gli altri aggregatori di contenuti la pensano diversamente: le anteprime servono per mostrare le prime righe degli articoli e sono un’ottima vetrina per i lettori, che possono farsi un’idea dell’articolo prima di fare clic nella pagina dei risultati e raggiungere il sito del giornale che lo propone.
Se approvata così com’è, la proposta di legge consentirebbe agli editori di chiedere a Google, agli aggregatori e agli altri motori di ricerca il pagamento di una licenza per poter riprodurre le anteprime dei loro articoli. Il portavoce del ministro della Giustizia tedesco, Hendrik Wieduwilt, ha anche spiegato che la nuova legge permetterà agli editori di fare causa ai motori di ricerca, se riterranno che con le loro anteprime abbiano violato il diritto d’autore. La legge potrà essere applicata sia per le testate giornalistiche sia per i blog che pubblicano “a livello professionale”.
La legge, che ha davanti a sé almeno un anno di passaggi parlamentari, non imporrà comunque ai motori di ricerca di rinunciare alle anteprime nelle loro pagine dei risultati. Il loro utilizzo potrà essere infatti concordato con gli stessi editori, che avranno la facoltà di dare l’autorizzazione alla pubblicazione dei riassunti degli articoli anche senza il pagamento di licenze.
La Federazione degli editori di giornali tedesca (BDZV) ha accolto con favore la proposta di legge del governo, che per molti versi riprende le richieste formulate in questi anni dalla stessa BDZV, anche se con soluzioni meno incisive. Secondo i responsabili della Federazione, i motori di ricerca come Google e gli aggregatori “rubano” i contenuti prodotti dagli editori senza chiedere il permesso. Grazie a questa pratica, dice sempre la BDZV, i motori di ricerca si arricchiscono mostrando contestualmente alle anteprime anche annunci pubblicitari, senza condividere parte dei loro ricavi con gli editori.
Il governo tedesco ha rivisto alcuni articoli del primo progetto di legge, modificando la parte che riguardava i blog e che aveva messo in agitazione molti blogger. Inizialmente era previsto che anche i blog avrebbero dovuto pagare qualcosa per la pubblicazione delle citazioni dagli articoli. Si è infine deciso di lasciar perdere e di stabilire con maggiore precisione la differenza tra citazione e anteprima: nel primo caso si tratta di contenuti selezionati a mano da un singolo utente che poi li commenta, nel secondo caso di contenuti selezionati automaticamente da un sistema informatico e replicati su una pagina diversa da quella originale.
Google ha commentato molto duramente la nuova proposta di legge, dicendo che limiterebbe drasticamente le possibilità di accesso all’informazione da parte dei cittadini tedeschi. Un simile provvedimento, secondo il motore di ricerca, farebbe anche aumentare i costi per il sistema informativo e comporterebbe un serio danno per l’economia tedesca. Google ha chiesto al Parlamento tedesco di fermare la proposta di legge in aula prima che diventi legge a tutti gli effetti.