Gli “eroi inabili” delle Paralimpiadi
Antonio Pascale spiega sul Corriere della Sera perché i giochi che iniziano oggi saranno un successo, raccontando la storia del Filottete di Sofocle
Tra poche ore a Londra inizieranno i XIV Giochi paralimpici estivi (qui trovate la guida completa), che rispetto alle edizioni precedenti sembrano essere destinati ad avere più seguito, almeno stando ai dati sulle vendite dei biglietti. Sul Corriere della Sera Antonio Pascale prova a spiegare perché le Paralimpiadi sono diventate un evento mondiale, rifacendosi a Sofocle e alla storia di Filottette “eroe inabile”.
Oggi cominciano le Paralimpiadi. E ci si può scommettere: sarà un successo. Una settimana fa gli organizzatori hanno comunicato di aver già venduto circa 2 milioni e 200 mila biglietti. Sold out. Attorno a questo evento si respira un’atmosfera elettrizzante. Basta guardare lo spot realizzato per l’occasione, un tre atti veloce, brutale ma toccante. Gli allenatori massacrano a forza di cronometro e flessioni e grida alcuni atleti con handicap. Non vedi? Non hai le gambe? Bene, a me non importa, perché, stai sicuro, non ti risparmierò nessuna fatica, dovrai dare il meglio. Dunque, prima il sudore, poi la delusione (non posso farcela) poi di nuovo impegno e sudore e alla fine, almeno nello spot, gli atleti effettivamente danno il meglio. Lo slogan è: allo sport non importa chi sei.
Ma è bastato anche osservare Kirani James dopo la semifinale olimpica dei 400 metri. Per prima cosa, a corsa finita, ancora affannato, ha chiesto il numero di pettorale a Oscar Pistorius: sembrava quasi un passaggio di testimone al contrario, dalla normalità all’handicap, dal campione attuale a quello futuro. Allora, cosa è cambiato nei confronti nell’handicap? Noi che guardiamo le gare a cosa siamo interessati? Si tratta di morbosità sopita che lì, nell’arena sportiva, trova legittimità per poi spegnersi o la sensibilità nostra si è davvero estesa? Si sa, i sentimenti tutto sono tranne che puri, non giurerei, per lo meno in prima battuta, sull’altruismo e la bontà. C’è chi non ha avuto l’occasione di vedere gli impianti durante le gare olimpiche e si rifà con quelle paralimpiche. E chi è restato affascinato dal battage pubblicitario, e vuole far parte dell’evento mediatico. Ci sono stati notevoli investimenti economici sull’evento, nel tentativo di normalizzare le gare. Tuttavia, nemmeno questi sentimenti, così, di seconda mano, sono da sottovalutare e da classificare come egoistici e impuri. Forse stiamo riscoprendo una figura centrale, in alcune narrazioni: l’eroe inabile. È un tema vecchio ma che ancora non abbiamo metabolizzato. Il Filottete di Sofocle è per l’appunto un esempio struggente in tal senso.