Bartholomew e Tangentopoli
Oggi la Stampa pubblica una parte di una lunga conversazione del suo corrispondente da New York Maurizio Molinari con l’ex ambasciatore a Roma Reginald Bartholomew, diplomatico ammirato e di lungo corso morto di cancro domenica scorsa. Il tema principale di questa parte dell’intervista sono le preoccupazioni degli Stati Uniti per le violazioni attribuite ai magistrati milanesi durante le inchieste di Tangentopoli. Dice Bartholomew:
«Un pool di magistrati di Milano che nell’intento di combattere la corruzione politica era andato ben oltre, violando sistematicamente i diritti di difesa degli imputati in maniera inaccettabile in una democrazia come l’Italia»
Bartholomew racconta anche di un incontro organizzato a Roma tra il giudice della Corte Suprema Anthony Scalia e alcuni magistrati italiani, in cui
«nessuno obiettò quando Scalia disse che il comportamento di Mani Pulite con la detenzione preventiva violava i diritti basilari degli imputati» andando contro »i principi cardine del diritto anglosassone»