Giuliano Ferrara, i politici e i magistrati che sono diventati politici
E che sarebbero per lui dei "fottutissimi carrieristi"
Ieri sera nella puntata di Bersaglio Mobile, la trasmissione di La7 condotta da Enrico Mentana e dedicata all’attualità, si è parlato della cosiddetta trattativa Stato-mafia e della serie di conflitti che sono nati dalle differenti posizioni intorno a questa vicenda. Conflitti giornalistici (concentrati soprattutto su due giornali, il Fatto e Repubblica), ma anche conflitti politici che Enrico Mentana ha esemplificato citando il recente dibattito tra Beppe Grillo e Antonio Di Pietro da una parte e Pierluigi Bersani dall’altra. In studio erano presenti Antonio Di Pietro, Giuliano Ferrara ed Emanuele Macaluso.
Giuliano Ferrara – che ha esordito definendo lo scontro “da manicomio” – ha chiarito da subito la propria posizione: «In un’estate in cui fa caldo (…), i magistrati vogliono fare politica e noi siamo sottomessi a questa doppia canicola, si sono inventati una cosa che non esiste (…): non c’è stata una trattativa tra lo Stato e la mafia di tipo collusivo». Poco dopo, Ferrara ha definito i magistrati che fanno politica dei “fottutissimi carrieristi”, dei “falsi cercatori di verità” che fanno “un barbaro uso politico della giustizia”. Ha citato come esempi il sindaco di Bari, il sindaco di Napoli e lo stesso Antonio Di Pietro. Ed è stato richiamato da Enrico Mentana.
Poi ha anche discusso a lungo con Marco Travaglio sulla “sconfitta strategica” della mafia.