Lance Armstrong perderà tutti i titoli
Il ciclista statunitense ha rinunciato a difendersi dalle accuse di doping - «quando è troppo è troppo» - pur continuando a dirsi innocente: sarà radiato
Quattro giorni fa l’USADA, l’agenzia antidoping degli Stati Uniti, ha respinto il ricorso di Lance Armstrong, ex ciclista professionista vincitore di sette Tour de France, nel procedimento in corso nei suoi confronti che lo aveva accusato di aver fatto uso dal 1996 di eritropoietina (EPO) e steroidi, due sostanze proibite dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Armstrong ha deciso di non opporsi più alle accuse dell’agenzia: di non appellarsi, né presentare ricorso in altre sedi e di non andare all’arbitrato, continuando comunque a dichiararsi innocente.
L’USADA, in base a questa decisione, condivisa anche dalla WADA, ha deciso di revocare tutte le sue vittorie, comprese le sette al Tour de France e la medaglia di bronzo vinta alle Olimpiadi di Sydney, radiando Armstrong a vita da ogni competizione ufficiale. Armstrong ha detto: «Arriva un momento nella vita in cui si deve dire che quando è troppo è troppo».
L’USADA aveva aperto una procedura formale nei confronti di Armstrong lo scorso giugno: sosteneva di avere le prove che alcuni campioni di sangue del ciclista statunitense prelevati nel 2009 e nel 2010 erano stati manipolati tramite trasfusioni e che vi erano state trovate tracce di eritropoietina. Ora toccherà all’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), insieme all’Organizzazione Amaury Sport che gestisce il Tour de France e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), far rispettare la squalifica e revocare le vittorie. Scrive il New York Times che probabilmente l’UCI farà ricorso in appello contro la sanzione dell’USADA alla Corte Internazionale di arbitrato per lo sport: se andrà così, Armstrong deterrà i suoi titoli fino al termine del processo.
Armstrong, che compirà 41 anni il mese prossimo, ha definito la decisione dell’agenzia statunitense come «una caccia alle streghe». La decisione dell’USADA non si è basata su un test antidoping in cui Armstrong è stato trovato positivo, ma su altri elementi di prova. Questa, da sempre, è stata la contestazione di Armstrong. Il ciclista statunitense è risultato positivo al corticosteroide (un ormone) soltanto in un prelievo fatto nel 1999, ma aveva presentato un certificato medico che mostrava come l’uso fosse stato prescritto da un medico. L’agenzia anti-doping ha sostenuto di avere più di dieci testimoni che hanno accusato Armstrong di aver fatto delle trasfusioni di sangue, fatto uso di eritropoietina e testosterone nelle edizioni del Tour de France. Tra i testimoni ci sono alcuni ex compagni di squadra della U.S. Postal. L’agenzia dice inoltre che i risultati delle analisi del sangue fatte nel 2009 e nel 2010 confermavano la presenza delle sostanze proibite.
Nel 2004 il libro L.A. Cofidential: Les secrets de Lance Armstrong, scritto dal giornalista sportivo del The Sunday Times David Welsh e da Pierre Ballester, e pubblicato solo in francese, l’ex massaggiatore di Armstrong alla U.S. Postal aveva raccontato dei trucchi con cui il ciclista americano copriva le tracce delle punture di ago sul suo braccio, come prova dell’uso di sostanze proibite. Nel 2005, un ex assistente personale di Armstrong ha detto di aver trovato uno steroide nel suo armadietto dei medicinali. Altre testimonianze contro di lui su cui si è basata l’accusa dell’agenzia antidoping statunitense: Frankie Andreu, un ex compagno di squadra, e sua moglie, hanno confessato di aver ascoltato Armstrong ammettere ai dottori, quando era sotto trattamento per il cancro, di aver fatto uso di steroidi, ormoni per la crescita ed eritropoietina. Contro di lui ha testimoniato anche Tyler Hamilton, ex compagno di squadra: ha spiegato che alla U.S. Postal c’era un sistema in cui tutti si dopavano, compreso Armstrong.
Oltre alle testimonianze dirette, l’USADA ha utilizzato come prova contro di Armstrong le email scritte da Floyd Landia, ex compagno di squadra alla U.S. Postal e vincitore nel 2006 del Tour de France, revocato poi proprio per doping. Nelle email Landis spiegava alla federazione ciclistica degli Stati Uniti il sistema con il quale ci si dopava all’interno della squadra, Armstrong incluso. Contro queste accuse, Armstrong aveva querelato e citato in giudizio l’USADA in un tribunale di Austin, nel Texas, con il supporto dell’UCI, sostenendo che l’agenzia aveva violato dei diritti costituzionali nel tentativo di togliergli le vittorie al Tour de France. Con una sentenza di lunedì scorso, il tribunale ha respinto la causa e confermato che l’USADA ha proceduto regolarmente contro Armstrong.
Il comunicato di Lance Armstrong sul proprio sito:
“La verità è che ho sempre corso secondo le regole dell’UCI, della WADA e dell’USADA. L’idea che gli atleti possano oggi essere condannati senza aver trovato campioni positivi, crea un sistema perverso e crea un processo in cui ogni rancore degli ex compagni di squadra è in grado di far aprire un procedimento da parte dell’USADA, per fare un torto o guadagnarci a livello personale, creando una buona posizione per se stessi. È un approccio ingiusto, applicato in modo selettivo, in opposizione a tutte le regole. Non è giusto”.