Il gran casino delle elezioni in Sicilia
Almeno tre candidati, alleanze litigiose, una legge elettorale impegnativa, molto ancora in ballo: punto della situazione sul voto del 28 ottobre
di Nadia Ferrigo
Le elezioni regionali in Sicilia si terranno il prossimo 28 ottobre, molto prima delle elezioni politiche del 2013 e in anticipo sulla scadenza naturale dell’attuale legislatura, prevista ad aprile dell’anno prossimo. Per chi si fosse perso qualche puntata, in Sicilia si vota in anticipo dopo le dimissioni del 31 luglio scorso di Raffaele Lombardo, fondatore ed ex leader del partito autonomista e di centro-destra Movimento per le Autonomie (MpA), presidente della provincia di Catania dal 2003 al 2008, parlamentare europeo dal 1999 al 2008, eletto presidente della regione Sicilia nel 2009 e indagato dal 2010 per concorso esterno in associazione mafiosa. Lombardo ha dichiarato di essersi dimesso non solo per affrontare meglio le sue complesse vicende giudiziarie, ma anche per evitare che il voto regionale si tenesse in contemporanea con quello nazionale. A soli due mesi delle elezioni, non è ancora chiaro il quadro dei candidati né di chi sosterrà chi.
Il centrodestra
La coalizione di centrodestra in questo momento ruota attorno a Grande Sud, federazione nata dall’unione di Forza del Sud, Noi Sud – Libertà e autonomia e Io Sud. Il leader della federazione è Gianfranco Miccichè, ex Forza Italia, che dopo aver ritirato la sua candidatura a presidente della regione ha candidato Nello Musumeci, leader siciliano della Destra di Francesco Storace ed ex presidente della provincia di Catania. Per quanto usi cautela nelle sue dichiarazioni, anche il Movimento per l’Autonomia di Lombardo – che ora si chiama “Partito dei Siciliani” – ha dato il proprio sostegno alla candidatura di Musumeci, ricomponendo il fronte “autonomista” che era già stato alleato durante la precedente legislatura.
Ieri, dopo giorni di incertezze, Angelino Alfano ha dato il sostegno del PdL alla candidatura di Musumeci. La cosa però ha provocato malumori e dichiarazioni contrastanti, visto che sia Alfano che La Russa hanno parlato della necessità di “sconfiggere le sinistre” mentre Micciché e i lombardiani puntano su una connotazione autonomista della candidatura di Musumeci e criticano le definizioni di “destra” e “sinistra”. Oggi Micciché in un’intervista a Repubblica ha detto che «l’apertura al PdL snatura il nostro progetto autonomista» e che «nessuno mi imporrà qualcosa che non mi convince. Detto ciò», ha aggiunto Micciché, «non sono io a decidere. Spero che gli esponenti del PdL, se davvero vogliono convergere su Musumeci, diano dimostrazioni reali di amore per la Sicilia. Devono essere loro ad adeguarsi alla filosofia dell’iniziativa. Anche cambiando nome, presentandosi magari come Popolo della Sicilia». Negli ultimi anni in Sicilia Micciché e MpA hanno sostenuto il governo Lombardo mentre il PdL era all’opposizione: per questo i rapporti tra loro sono ancora molto tesi e un’eventuale alleanza a sostegno di Musumeci avrebbe probabilmente grossi problemi di stabilità.
Il centrosinistra
A sinistra la situazione non è più definita e ci sono due candidati a dividersi spazi e attenzioni. Uno è l’europarlamentare Rosario Crocetta, sostenuto da PD e UdC. L’altro è Claudio Fava, giornalista, scrittore, ex europarlamentare, sostenuto da SeL. Crocetta, sindaco di Gela per il centrosinistra dal 2002, confermato alle elezioni del 2007, primo sindaco italiano dichiaratamente omosessuale, dopo un passato nei Comunisti italiani ha aderito al PD nel 2008 ed è stato eletto al Parlamento europeo nel 2009. Crocetta ha dichiarato di voler aprire al centro la coalizione che lo sostiene e spera di ottenere il sostegno di API e FLI (su cui torneremo). Claudio Fava è molto critico con la candidatura di Crocetta, che ha definito «la continuità con il partito di Cuffaro prima e di Lombardo poi».
Federazione della Sinistra e Verdi hanno espresso posizioni critiche su Crocetta e devono ancora decidere se presentare un loro candidato o sostenere Claudio Fava. Anche l’Italia dei Valori non ha ancora preso una decisione: Leoluca Orlando – l’uomo che in Sicilia è l’Italia dei Valori – ha criticato duramente Crocetta definendolo «in assoluta continuità col lombardismo» (accusa curiosa, visto che Lombardo sta con Musumeci) e non ha ancora deciso se presentare un suo candidato o sostenere Fava. Ma Orlando e Fava non godono di ottimi rapporti.
Chi resta
Rimangono in mezzo Movimento 5 Stelle, Futuro e Libertà e API. Il Movimento 5 Stelle candida Giovanni Carlo Cancellieri, 38 anni, geometra e attivista. Futuro e Libertà ha presentato un proprio candidato, Fabio Granata, ma si trova in una situazione complicata. Avendo sostenuto Lombardo nella fase finale della scorsa legislatura, dovrebbe stare dalla parte di Musumeci: ma questo vuol dire stare dalla parte di Storace, leader del partito di Musumeci, e probabilmente anche dalla parte del PdL di Berlusconi e Alfano, e la cosa non viene considerata possibile. Negli ultimi giorni Granata e Bocchino hanno fatto delle dichiarazioni possibiliste in vista di un’alleanza con Rosario Crocetta. Su API ci sono meno dubbi: alla fine dovrebbe decidere di sostenere Crocetta.
Ricapitolando
A sinistra ci sono almeno due candidati, Rosario Crocetta e Claudio Fava. A destra c’è per ora un solo candidato, Nello Musumeci. La coalizione inedita che ha sostenuto Raffaele Lombardo nell’ultima fase della sua presidenza, composta da PD, UdC, FLI, API e Grande Sud, è divisa: PD, UdC e forse API con Crocetta, Grande Sud con Musumeci insieme al PdL, che era all’opposizione di Lombardo, FLI ancora indecisa.
La legge elettorale
Il criterio che governa molto del caos di questi giorni è il funzionamento della legge elettorale siciliana, che prevede uno sbarramento del 5 per cento per tutte le liste. Questo è il principale problema di Futuro e Libertà, per esempio, ma anche dell’Italia dei Valori e di altri partiti minori: da una parte andare da soli vuol dire esporsi al rischio di non eleggere nemmeno un deputato regionale, dall’altra gli eventuali accordi di coalizione prevederanno probabilmente la costruzione di “liste comuni” o liste civiche, così da unire gli sforzi e permettere alle formazioni politiche più piccole di arrivare in qualche modo allo sbarramento. Per la stessa ragione il quadro descritto sopra, soprattutto nel centrodestra, va considerato ancora fluido e in discussione. Le candidature devono essere presentate entro il 28 settembre. Si vota tra due mesi.
Rosario Crocetta durante la campagna elettorale comunale del 2007 a Gela (Marcello Paternostro/Getty Images)