Rifugiati in ambasciata
Dieci storie di persone che hanno vissuto dentro una sede diplomatica per giorni, mesi, anni e anche decenni, Assange compreso
di Arianna Cavallo
Il 16 agosto il governo dell’Ecuador ha concesso l’asilo diplomatico al fondatore di WikiLeaks Julian Assange, che è rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra dallo scorso 19 giugno per evitare l’estradizione in Svezia, dov’è accusato di stupro e molestie sessuali. La decisione dell’Ecuador ha provocato le proteste delle autorità svedesi, mentre il Regno Unito ha confermato il “dovere vincolante” di arrestarlo. E quindi Assange per il momento è chiuso nell’ambasciata dell’Ecuador, da cui non può uscire.
Quello di Assange non è il primo caso di personaggi che hanno vissuto a lungo nelle ambasciate straniere, cui è garantita l’extraterritorialità dalla Convenzione di Vienna del 1961. Il caso più celebre è quello del cardinale cattolico ungherese Jozesf Mindszenty, che passò 15 anni nell’ambasciata statunitense a Budapest, ma ci sono altre storie interessanti, alcune terribili, altre affascinanti, altre tutte e due.