Sei miti da sfatare sul caso Assange
Il fondatore di Wikileaks non potrebbe essere estradato se rischiasse la pena di morte, per esempio, e la Svezia non può "promettere" che non lo estraderà
Ogni volta che si discute del caso di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks al momento rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, capita di imbattersi in alcuni argomenti legali che sembrano veri ma non lo sono, ed effettivamente la sua situazione legale è particolarmente complicata. Un articolo di David Allen Green sul sito del New Statesman spiega in modo semplice perché cinque cose che si sentono molto ripetere in realtà non sono fondate. Un sesto lo aggiungiamo noi.
1. L’accusa di stupro di cui Assange deve rispondere in Svezia non sarebbe legittima nel Regno Unito.
Falso. Il team legale di Assange lo ha già sostenuto per ben due volte davanti ai tribunali inglesi, che hanno stabilito chiaramente in primo e in secondo grado che non è così. Assange è stato accusato da due donne di aver avuto rapporti sessuali inizialmente consenzienti che si sono poi trasformati in rapporti non consenzienti, e questo è un reato anche nel Regno Unito.
2. Assange ha più probabilità di essere estradato negli Stati Uniti dalla Svezia che dal Regno Unito.
In verità sarebbe più difficoltosa un’estradizione dalla Svezia, visto che oggi richiederebbe il consenso di entrambi i paesi. Inoltre ci sono diversi precedenti – Gary McKinnon, Richard O’Dwyer, il fondatore di TvShack, o i NatWest Three, tre uomini d’affari accusati di truffa – di persone estradate dal Regno Unito negli Stati Uniti.
3. La Svezia dovrebbe promettere ad Assange che non accetterà una richiesta di estradizione negli Stati Uniti o altrove.
Anche se per assurdo il governo svedese decidesse di concedere questa garanzia ad Assange, non potrebbe farlo. Una “promessa” di questo tipo non è prevista da alcun tipo di sistema legale. Non è il governo ad avere il potere di decidere su una richiesta di estradizione, ma la magistratura. Quello che Assange chiede è tecnicamente impossibile.
4. Le autorità svedesi potrebbero interrogare Assange a Londra.
Assange non deve essere solo interrogato: deve essere arrestato. Nei suoi confronti è stato emesso un mandato di arresto europeo e internazionale da parte dell’Interpol, su richiesta delle autorità svedesi. Inoltre l’ordinamento giuridico svedese prevede che l’imputato debba necessariamente essere presente alla prima udienza, come d’altra parte accade in molti paesi.
5. Concedendo asilo politico a Julian Assange, l’Ecuador dimostra di avere a cuore e voler proteggere la libertà di stampa.
Nell’ultima classifica sulla libertà di stampa di Reporter senza frontiere l’Ecuador occupa la 104esima posizione. Il presidente Rafael Correa ha da molti anni un rapporto poco amichevole con la stampa che non sta dalla sua parte, e negli ultimi anni in Ecuador vari giornali e tv sono state costretti a chiudere. Poco tempo fa Alexander Batankov, un blogger anti-governativo bielorusso che aveva trovato asilo in Ecuador nel 2008, è stato estradato in Bielorussia, dove ora rischia la pena di morte.
6. Se fosse estradato negli Stati Uniti, Assange rischierebbe la pena di morte.
Falso. Anche se esistesse la possibilità di una condanna a morte per il fondatore di WikiLeaks, la Corte europea per i diritti umani impedisce l’estradizione all’estero se esiste il rischio di una condanna a morte. La Svezia quindi non potrebbe estradare Assange negli Stati Uniti se questo fosse accusato di reati punibili con la pena di morte.
Foto:(Carl Court/GettyImages)