Le nostre simpatiche recinzioni
Catalogo di piccole barriere sociali, tutte diverse ma tutte con la stessa funzione
Giacomo Magnani è un fotografo italiano nato nel 1986 che ha studiato architettura tra Italia e Olanda. I suoi progetti raccontano di paesaggio urbano e naturale ma specialmente di quello che sta in mezzo, e non appartiene direttamente a nessuno dei due ambiti. L’idea di Magnani è fare ricerca e raccontare dei luoghi a metà, posti attraversati e modificati dall’uomo vissuti spesso come ambienti naturali ma che per qualche ragione hanno avuto o continuano ad avere un’interazione forte con l’azione delle persone.
Il progetto Our Fancy Fences, le nostre simpatiche recinzioni, è nato per il festival Fotografia Europea 2012 di Reggio Emilia, durante il quale è stato esposto nel circuito OFF, il cui tema di quest’anno era “Vita comune – immagini per la cittadinanza“. Il progetto racconta delle recinzioni, dei muretti, delle siepi che dividono le case, soprattutto quelle monofamiliari, elementi sempre presenti che ormai tendiamo a non notare più per l’abitudine che abbiamo a vederli inseriti nel paesaggio. Giacomo Maganani racconta come e perché ha iniziato questa ricerca:
Una delle minacce più attuali e silenziose al rafforzamento di una dimensione di ‘vita comune’ è la diffusione delle periferie di case unifamiliari (lo sprawl), a discapito dei nuclei “densi”, quali i centri storici. La villetta di proprietà è probabilmente uno degli ‘oggetti del desiderio’ più ambiti per molti italiani ma allo stesso tempo diventa il luogo per eccellenza dell’isolamento, della chiusura in un proprio micro-mondo privato falsamente rassicurante.
Ho scelto allora di rendere visibili questi non-luoghi impersonando il ruolo di “turista dell’ordinario”, girovagando (e perdendomi) in questi reticoli di vialetti ho fotografato le recinzioni come fossero le facciate di monumenti. Ho scoperto così una varietà di forme e materiali sorprendenti (sono arrivato a documentarne circa un centinaio di ‘pezzi unici’) quasi tutti genuinamente kitsch.
Ne risulta un catalogo di mini barriere sociali, tutte diverse ma tutte con la stessa funzione – la protezione dall’altro – capaci di raccontare piccole porzioni di storie e di gusti personali.
Ci sono altri progetti del fotografo pubblicati nel suo sito ed è possibile seguirlo su Twitter.