Assange ha parlato dall’ambasciata dell’Ecuador
Da un balcone, per non essere arrestato: la prima comparsa in pubblico da due mesi (video)
Julian Assange ha parlato in pubblico per la prima volta da quando, esattamente due mesi fa, si era rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Assange si è affacciato da un balcone dell’ambasciata intorno alle 14.20 (le 15.20 in Italia) e ha tenuto un breve discorso di una decina di minuti, rientrando poi all’interno dell’edificio.
Nel discorso – di cui RaiNews ha pubblicato su YouTube una versione doppiata e BBC quella integrale in inglese – Assange ha elencato alcuni paesi che lo hanno sostenuto pubblicamente, tra cui diversi paesi sudamericani, e ha invece lanciato accuse verso i paesi che hanno avviato procedimenti legali contro di lui, Regno Unito e Svezia. Ha ringraziato l’Ecuador che gli ha concesso asilo e il suo presidente, Rafael Correa. Oltre a questo, ha ricordato sua moglie e i suoi figli e ha lanciato un appello per la liberazione di Bradley Manning, il soldato statunitense in un carcere militare da circa due anni per aver fornito materiale a WikiLeaks. Ha aggiunto che gli Stati Uniti devono interrompere la “caccia alle streghe” contro il suo progetto: «Gli Stati Uniti devono finire la guerra contro chi rivela i misfatti di chi governa».
Assange ha fatto anche riferimento alla recente condanna del gruppo punk delle Pussy Riot in Russia, dicendo che «c’è unità nell’oppressione. Ci deve essere unità assoluta e determinazione nella risposta.» Sulla propria condizione attuale, Assange ha detto che ringrazia l’attenzione e il sostegno che gli sono stati dati e che è solo grazie a quelli che il Regno Unito non ha violato i termini della Convenzione di Vienna (quella sulle immunità diplomatiche). Ha detto anche che può sentire i poliziotti britannici muoversi sulle scale antincendio del palazzo. Russia Today, il canale satellitare dove Assange tiene un programma settimanale, ha pubblicato sul suo account Twitter due foto del testo completo del discorso.
Prima del suo discorso, seguito da un gruppo di sostenitori che lo hanno incitato e cantato slogan, hanno parlato fuori dall’ambasciata alcune personalità che sostengono Assange come Baltasar Garzón, il celebre giurista spagnolo che si occupa della sua difesa.
Julian Assange non può uscire in alcun modo dal perimetro dell’ambasciata dell’Ecuador – un appartamento a piano terra di una palazzina vicinissima ai grandi magazzini Harrod’s – che in quanto sede diplomatica è un territorio che appartiene all’Ecuador. Al suo interno la polizia britannica non può intervenire, a meno di un’autorizzazione esplicita da parte dell’ambasciatore. Se Assange dovesse cercare di uscire dall’ambasciata, infatti, i poliziotti britannici che ne sorvegliano l’ingresso potrebbero agire tranquillamente e arrestarlo.
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Foto: LEON NEAL/AFP/Getty Images