Le Pussy Riot sono state condannate
Le tre musiciste russe sono state ritenute responsabili di teppismo aggravato dall'odio religioso e condannate a due anni di prigione
Le tre ragazze delle Pussy Riot, il gruppo punk russo composto da sole donne e protagonista di una serie di proteste contro il governo e Putin, sono state giudicate colpevoli dal tribunale di Mosca per teppismo aggravato dall’odio religioso. Al termine di una lunghissima lettura della sentenza le tre ragazze sono state condannate ognuna a due anni di reclusione.
(le foto delle proteste contro la condanna in molte città europee)
Nadezhda Tolokonnikova, 23 anni, Maria Alekhina 24 anni, e Ekaterina Samutsevich, 29 anni, sono in carcere dall’inizio del mese di marzo a causa di un’esibizione del 21 febbraio che ha irritato il governo e la Chiesa ortodossa: durante una manifestazione contro il governo le tre erano salite sul presbiterio della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca e avevano cominciato a cantare una specie di preghiera punk con il ritornello “Madonna, liberaci da Putin”.
Intanto fuori dal tribunale di Mosca ci sono proteste e fin da questa mattina le autorità russe hanno blindato la zona: l’accesso a pedoni e automobilisti è bloccato da barriere di acciaio e più di dieci autobus dei reparti antisommossa sono parcheggiati nelle vicinanze. I sostenitori delle ragazze hanno indetto una giornata di mobilitazione in tutto il mondo. A New York attori, scrittori e musicisti leggeranno a Times Square una serie di brani tratti dalle ultime parole delle imputate, mentre a Vilnius, in Lituania, verranno liberate nel cielo piccole mongolfiere a forma di passamontagna. A Praga verrà dedicato un festival musicale alle ragazze.
Nadia Tolokonnikova, considerata la leader del gruppo, ha scritto una lettera ai suoi sostenitori dicendo che «Qualunque sia il verdetto, noi e voi stiamo vincendo. Perché‚ abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente». Nella sua dichiarazione di difesa la 22enne russa ha citato Pitagora, Dostoevsky e Solzhenitsyn e il New Yorker l’ha definita «un classico dell’antologia della resistenza». La notorietà del trio in questi giorni è cresciuta in modo esponenziale, tanto che l’edizione ucraina di Playboy ha chiesto a Tolokonnikova di posare nuda in copertina.
Dopo Madonna, che aveva dato il suo sostegno alle ragazze nel suo concerto a Mosca della settimana scorsa, ai sostenitori della band si è aggiunto anche Paul Mc Cartney: «Care Nadia, Katia e Masha, vi scrivo per mostrarvi il mio sostegno in questo momento difficile. Vorrei farvi sapere che spero davvero che le autorità russe appoggeranno il principio della libertà di espressione per tutti i loro cittadini e non sentiranno di dovervi punire per la vostra protesta – ha scritto in una lettera alla vigilia della sentenza l’ex Beatle – Restate forti. Credo che io e molti altri che come me credono nella libertà di parola, faremo tutto ciò che è in nostro potere per sostenere voi e l’idea della libertà artistica».
Nei giorni scorsi Pete Townshend degli Who, Alex Kapranos dei Franz Ferdinand, Jarvis Cocker dei Pulp, Neil Tennant dei Pet Shop Boys, Johnny Marr degli Smiths e molti altri cantanti e musicisti inglesi hanno pubblicato sul quotidiano inglese The Times una lettera di protesta per chiedere il rilascio delle tre ragazze.
Foto: Natalia Kolesnikova