WindJet, la versione di Alitalia
L'amministratore delegato parla di "rischio finanziario intollerabile" e dice che WindJet "è ridotta molto male"
Aggiornamento 16.45. L’incontro tra i rappresentanti di Alitalia, WindJet e i sindacati non sembra essere andato bene.
Porte chiuse. Quasi nessuna possibilità di trattativa. “Il dossier con Wind Jet non si può riaprire: francamente penso che non ci sia nessuna possibilità di riprendere un dialogo”. E’ quanto ha affermato l’amministratore delegato dell’Alitalia, Andrea Ragnetti, entrando al ministero dello Sviluppo Economico per il vertice sulle sorti della Wind Jet, l’aviolinea siciliana prossima al fallimento. Ancora Ragnetti: “L’Alitalia perde ogni giorno 80mila euro per la riprotezione dei passeggeri della Wind Jet bloccati a terra”.
Per l’ad di Alitalia, “Wind Jet è ridotta molto male e lo abbiamo scoperto solo negli ultimi mesi”. Poi la ricostruzione: “Non abbiamo mai cambiato idea sull’accordo, sono loro che non hanno voluto chiudere. Abbiamo ricevuto solo insulti e insinuazioni e ad un certo punto finisce la pazienza”, dice Ragnetti. Che aggiunge: “Solo un ingenuo può pensare che ad Alitalia faccia piacere il fallimento di Wind Jet, siamo infatti addolorati e preoccupati. Il fallimento di una compagnia aerea, fra l’altro italiana, non è bello”. E sono 6700 i passeggeri di Wind Jet riprotetti fino ad oggi da Alitalia. Solo nella scorsa notte, Alitalia ha operato 20 voli speciali trasportando 900 passeggeri. Oltre 16mila le telefonate dei clienti.
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L’amministratore delegato di Alitalia, Andrea Ragnetti, ha scritto ieri una lettera ai dipendenti spiegando che l’acquisizione della compagnia low cost WindJet, saltata la settimana scorsa, avrebbe “esposto la nostra compagnia a un rischio finanziario intollerabile”. Ragnetti, scrive oggi Corrado Zunino su Repubblica, ha aggiunto che “i comportamenti della compagnia siciliana ci hanno costretto a rinunciare” e che “WindJet non si trova in questa situazione per colpe nostre, ma per l’incapacità del suo management di gestirla”. Oggi a Roma il ministro Passera ha convocato i rappresentanti di Alitalia, WindJet e dei sindacati per capire se è possibile ricomporre la trattativa: per il momento, infatti, oltre 300.000 persone che hanno già acquistato biglietti WindJet sono costretti a scegliere tra la rinuncia ai loro viaggi (perdendo quanto già speso) o il pagamento di un sovrapprezzo (80 euro per le tratte nazionali, molto di più per le tratte internazionali) per viaggiare con altre compagnie. Luigi Grassia fa il punto della situazione sulla Stampa.
Oggi i vertici di WindJet e di Alitalia dovrebbero trovarsi faccia a faccia al tavolo convocato dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, ma sarebbe un miracolo se le due compagnie aeree riuscissero a riannodare i fili della trattativa, tanto sono state aspre le accuse che si sono scambiate nei due o tre giorni scorsi. Il negoziato mirava a salvare la catanese WindJet dal fallimento portandola nel perimetro dell’Alitalia, ma le due compagnie non hanno trovato l’accordo sulle condizioni finanziarie della cessione, anche a causa di una sentenza dell’Antitrust che ha condizionato il via libera a una cessione di slot (diritti di volo) che ha ridotto i margini economici dell’integrazione.
Ieri l’amministratore delegato dell’Alitalia, Andrea Ragnetti, in una lettera ai dipendenti diffusa via Internet ha spiegato che la compagnia ha dovuto rinunciare all’accordo con WindJet perché altrimenti «avremmo esposto la nostra compagnia a un rischio finanziario intollerabile per un’azienda che attraversa un momento cosi duro come Alitalia». Al di là delle questioni tecniche, è il tono della lettera di Ragnetti a dare l’impressione che non ci siano margini per riaprire la trattativa. «La vicenda WindJet ci ha delusi e amareggiati – dice il top manager -. Dopo mesi di duro lavoro, avremmo voluto chiudere la trattativa. Purtroppo i comportamenti di Windjet ci hanno costretto a rinunciare a un accordo per il quale ci eravamo impegnati a fondo». Ragnetti non torna sulle recriminazioni ma nei giorni scorsi l’Alitalia aveva lamentato la mancanza di garanzie finanziarie e di documenti tecnici, e accusava anche WindJet di aver nascosto di non essere proprietaria di alcuni degli slot che usava. WindJet aveva risposto che la continua richiesta di nuove garanzie e nuovi documenti era pretestuosa e che la compagnia avrebbe tutelato il suo buon nome anche facendo causa in tribunale.
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foto: Aeroporto di Catania, 12 agosto 2012. (Il Post)