Il presidente egiziano ha rimosso i vertici dell’esercito
È l'ultima tappa dello scontro politico di questi mesi: Mursi ha dimissionato i capi di esercito, marina e aviazione
Il presidente egiziano Mohammed Mursi ha ordinato la rimozione dall’incarico di Hussein Tantawi, il capo dell’esercito e ministro della Difesa del suo governo, e di molti generali di alto livello. Mursi ha deciso anche di cancellare dalla Costituzione gli emendamenti decisi dai militari due mesi fa, che limitavano i poteri del suo ruolo di presidente.
L’annuncio – piuttosto inaspettato – è stato dato ieri da un portavoce di Mursi, che ha letto un comunicato presidenziale che annunciava che Tantawi non sarà più ministro il capo dell’esercito ma farà parte dei consiglieri del presidente. Tantawi, 76 anni, era ministro della Difesa dal 1991 e capo dell’esercito dal 1995. Dopo la fine del regime di Mubarak il potere era passato all’esercito e quindi in ultima istanza a Tantawi, che era stato confermato nei suoi incarichi dallo stesso presidente Mursi il 3 agosto, quando si è insediato il nuovo governo egiziano. Al suo posto è stato nominato Abdellatif Sisi.
Anche il generale Sami Anan, il capo di stato maggiore dell’esercito, è stato rimosso dal suo incarico e nominato consulente del presidente. Al posto di Anan ci sarà il tenente generale Sidki Sayed Ahmed. Oltre a Tantawi e Anan, Mursi ha ordinato anche la rimozione dei comandanti della marina, delle forze aeree e della difesa aerea. E mercoledì scorso era stato rimosso dall’incarico Murad Muwafi, il capo dei servizi segreti.
La televisione di stato egiziana ha annunciato che a sostituire Tantawi, come ministro della difesa e comandante generale dell’esercito, sarà Abdul-Fatah al-Sessi. Mentre Mahmoud Mekki, un magistrato che fin dal 2005 si era schierato con gli oppositori dell’ex presidente Hosni Mubarak dimessosi l’11 febbraio 2011, è stato nominato vice presidente. Tutte le decisioni prese ieri, come prevede la Costituzione egiziana, hanno effetto immediato.
Queste decisioni del presidente Mursi vanno interpretate come il proseguimento dello scontro politico con i membri dell’esercito, iniziato con la sua elezione del 30 giugno ma che ha origine già nelle fasi immediatamente successiva alle dimissioni di Mubarak, con gli scontri tra manifestanti e militari e le ripetute accuse dei Fratelli Musulmani all’esercito. Il 17 giugno scorso la giunta militare si era attribuita i poteri legislativi, con un emendamento alla Costituzione, dopo la vittoria alle elezioni di giugno dei Fratelli Musulmani. In un discorso fatto ieri sera Mursi ha detto che le sue decisioni non sono rivolte contro nessuno: «Il mio obiettivo non è mettere in imbarazzo le istituzioni ma dare benefici alla nazione e al suo popolo».
Foto: Hussein Tantawi, Mohammed Morsi, Sami Anan (AP Photo/Sherif Abd El Minoem)