La bussola delle informazioni
Il testo del direttore del Post sul futuro che aspetta i disorientati lettori di notizie
Luca Sofri, il peraltro direttore del Post, ha scritto il mese scorso per il sito Che futuro! queste considerazioni sulle prospettive dell’affidabilità dell’informazione.
Qualche giorno fa era il “compleanno” dell’ormai quinquennale rubrica della Gazzetta dello Sport che si chiama “Notizie che non lo erano”, che nacque perché ci parve che in una particolare settimana fossero circolate molte notizie che appunto si rivelarono poi false: e poi provammo a farla ancora e ci rendemmo conto che quella frequenza non era straordinaria.
Al di là della sua successiva popolarità e durata, per me quello fu un passaggio importante nella rivelazione della quota di informazioni false e inaffidabili che leggiamo sui giornali, abituati a pensare siano vere. Oggi, cinque anni dopo, quell’abitudine io l’ho abbastanza persa: anzi temo ormai di averne una contraria, che mi induce a diffidenze pregiudiziali sulla maggior parte di quello che trovo sui media italiani, con le eccezioni di alcuni giornali o autori che nel tempo ho imparato a conoscere come più credibili.
Questo progressivo calo di fiducia nei mezzi di informazione mi pare si stia estendendo ulteriormente, e che siamo in una sua nuova accelerazione. Al di là dei luoghi comuni che sono sempre circolati sul cinismo ingannevole di giornali e giornalisti – film come “L’asso nella manica” e “La signora di venerdì” saranno presto vecchi di un secolo – col tempo siamo però rimasti inclini a pensare che ci sia una corrispondenza tra quello che leggiamo e la realtà: ovvero che se c’è scritto così, è così; salvo smentite.
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