Il Manchester United si è quotato in borsa
Non è andata male e i Glazer possono tirare un sospiro di sollievo, ma l'operazione non soddisfa né i tifosi né gli analisti finanziari
Venerdì si è conclusa la quotazione sulla borsa di New York del Manchester United. Sono state collocate il 10% delle azioni a un prezzo di partenza di 14 dollari ad azione. L’andamento della prima giornata è stato piatto e le azioni della squadra hanno chiuso allo stesso prezzo con cui avevano aperto. In tutto i Glazer, la famiglia americana che possiede la squadra e che controlla il restante 90% delle azioni, ha guadagnato 233 milioni di dollari (190 milioni di euro). Circa la metà finiranno nelle tasche della famiglia mentre il resto servirà a ripianare parte dell’enorme debito della società, che ammonta a oltre mezzo miliardo di euro.
(I conti del Manchester United)
All’inizio il prezzo di collocamento previsto per le azioni era in una forbice tra i 16 e i 20 dollari, ma i Glazer sono stati costretti ad abbassarlo dopo lo scarso interesse dimostrato dai principali investitori istituzionali (investitori non privati, ma che hanno un portafoglio di investimenti di centinaia di milioni). Il timore degli analisti è che ora la società non abbia più le risorse necessarie per competere sul calciomercato: le prestazioni sul campo ne risentirebbero e quindi anche i risultati economici. La società ha però smentito di non aver le risorse per poter acquistare nuovi calciatori.
Anche il controllo totale che la famiglia ha mantenuto sulla società non piace agli investitori. Comprare azioni del Manchester significa, in sostanza, dare soldi alla società, ma non poter decidere nulla sulla sua direzione. Non solo: le azioni collocate in borsa sono di un tipo particolare che non pagherà dividendi. L’unica cosa che gli investitori possono fare dopo aver comprato le azioni della squadra è tenere le azioni e sperare che crescano di valore.
Ma non sono solo analisti ed investitori ad essere scontenti della gestione della squadra. A Manchester, tra i tifosi dello United, i Glazer sono vicini ad essere considerati un nemico pubblico e la scelta di non usare tutto il ricavato dal collocamento in borsa per ripagare il debito ha reso ancora più difficile la situazione. “I Glazer sono già costati allo United più di 500 milioni di sterline di debiti e ora, con questo, a noi tocca un altro schiaffo in faccia”, ha detto il presidente del Manchester United Supporters Trust, una delle associazioni di tifosi indipendenti.
La quotazione in borsa è un ritorno al passato per il Manchester, che nel 1990 fu la seconda squadra inglese a quotarsi in borsa (dopo il Tottenham, che lo fece nel 1983). Nel giro di 10 anni oltre 20 squadre seguirono l’esempio del Manchester e si quotarono alla borsa di Londra. Gli anni successivi, però, furono un disastro: le squadre di calcio sembravano macchine create apposta per perdere soldi. Verso la fine degli anni 2000 quasi tutte le più importanti squadre del calcio britannico vennero comprate da ricchi investitori stranieri (tra cui i Glazer) e oggi soltanto due squadre, delle venti iniziali, restano quotate in borsa: oltre al Manchester, che è appena tornato in borsa, l’Arsenal e il Celtic.
La famiglia Glazer alla borsa di New York durante la quotazione
(Ben Hider/Getty Images via NYSE Euronext)