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  • Sabato 11 agosto 2012

Come funziona il pentathlon

Oggi e domani ci sono le gare dell'unico sport inventato apposta per le Olimpiadi: affascinante perché "anacronistico, stravagante e antiquato", spiega un libro di ISBN

LONDON, ENGLAND - JUNE 8: (L-R) Nick Woodbridge, Sam Weale, Mhairi Spence and Samantha Murray during the announcement of Modern Pentathlon Athletes Named in Team GB for the London 2012 Olympic Games on June 8, 2012 in Greenwich, England. (Photo by Steve Bardens/Getty Images)
LONDON, ENGLAND - JUNE 8: (L-R) Nick Woodbridge, Sam Weale, Mhairi Spence and Samantha Murray during the announcement of Modern Pentathlon Athletes Named in Team GB for the London 2012 Olympic Games on June 8, 2012 in Greenwich, England. (Photo by Steve Bardens/Getty Images)

Il 5 luglio è uscito, per la casa editrice Isbn Edizioni, Olimpiadi, di David Goldblatt e Johnny Acton. Il libro è un’utile e rapida guida che dedica ogni capitolo a uno o più sport olimpici, spiegandone le regole, la storia e i motivi per cui seguirlo. Di seguito, il capitolo dedicato alla scherma. Su Bookrepublic si può acquistare il libro per intero a 8,99 euro o alcune sue parti a 0,99 centesimi, come quella dedicata alla pentathlon moderno e triathlon. Qui invece il capitolo sul sollevamento pesi, qui quello sulla scherma e qui quello sulla vela.

Pentathlon moderno
11-12 agosto 2012
Handball Arena, Olympic Park (scherma)
Aquatics centre, Olympic Park (nuoto)
Greenwich Park (equitazione, combinata di corsa e tiro)
Atleti: 72 | Medaglie d’oro in palio: 2

Presenza all’Olimpiade
Uomini dal 1912, donne dal 2000.

Formato olimpico
Il pentathlon inizia con un girone all’italiana di scherma (spada), per continuare con i 200 metri stile libero di nuoto, il salto a ostacoli di equitazione e la combinata di corsa e tiro, nella quale i concorrenti sparano cinque colpi di pistola a un bersaglio fisso, quindi corrono per 1000 metri e ripetono la procedura altre due volte.

Favoriti
Le nazioni dell’Europa Centrale e Orientale hanno dominato il pentathlon moderno olimpico insieme alla Svezia, che è in testa al medagliere e gode del favore dei pronostici. La britannica Heather Fell può dire la sua in campo femminile, dopo avere conquistato l’argento a Pechino dietro la tedesca Lena Schöneborn. I russi Aleksander Lesun e Sergej Karjakin sono tra i favoriti in campo maschile.

Medaglie d’oro ai Giochi
Svezia: 9
Ungheria: 9
URSS/Russia: 8
Italia: 2

Perché guardare il pentathlon moderno?
Immaginatevi un soldato dell’Ottocento intrappolato dietro le linee nemiche, bloccato in un castello sopra un’isola. Si fa largo con la spada e poi attraversa il lago a nuoto, quindi salta in groppa al primo cavallo che trova. Dopo avere galoppato fino a sfiancare l’animale è costretto ad abbandonarlo e scappare di corsa per la campagna. Ogni tanto deve sparare qualche colpo verso il nemico, ma alla fine riesce a fuggire ed è accolto in patria come un eroe.

È questo il tipo di scenario immaginato dal barone de Coubertin, padre dei Giochi moderni, al momento di concepire l’unico sport appositamente creato per le Olimpiadi. Difficile non innamorarsi di uno sport basato su una fantasticheria alla James Bond: il pentathlon è anacronistico, ma è proprio nel suo essere stravagante e antiquato che risiede gran parte del suo fascino. In un certo senso il pentathlon moderno sta alle Olimpiadi come l’esibizione dei Boomtown Rats di Bob Geldof sta al Live Aid del 1985. Nessuno si sogna di escludere l’organizzatore dalla sua stessa festa, ma per merito ha senso che la sua creazione stia lì? Per quanto riguarda il pentathlon, la giuria non si è ancora pronunciata.

Storia del pentathlon moderno
Durante la quattordicesima sessione del cio a Budapest nel 1911, il barone de Coubertin riferì che «il Sacro Spirito dello sport ha illuminato i miei colleghi, che hanno accettato una competizione alla quale io annetto una grande importanza.» Proprio come gli organizzatori dei Giochi antichi si erano serviti del pentathlon originale come addestramento e allo stesso tempo alternativa alla guerra, de Coubertin voleva che il pentathlon moderno migliorasse le relazioni internazionali coinvolgendo i soldati in una competizione amichevole. Secondo lui questo sport poteva mettere alla prova «le qualità morali di un uomo tanto quanto la sua forma fisica e la sua abilità, creando di conseguenza l’atleta ideale e completo.»

Considerate le sue origini, non c’è da sorprendersi se la storia del pentathlon moderno si intreccia strettamente con quella delle Olimpiadi. Prima della nascita dell’UIPM (Union Internationale de Pentathlon Moderne) nel 1948, lo sport fu governato direttamente dal CIO.

Fondamentali del pentathlon moderno

La struttura del pentathlon e i dettagli dei vari momenti che lo compongono sono cambiati diverse volte nel corso degli anni. A Londra, sia il concorso maschile che quello femminile si svolgeranno in una sola giornata. Il sistema di punteggio si basa su una serie predefinita di tempi e di prestazioni; un punteggio totale di 5000 è considerato «la norma».

Scherma. Nella disciplina d’apertura, ogni concorrente ha un incontro di sessanta secondi contro ciascuno degli altri. L’arma usata è la spada (vedi alla voce «Scherma») e gli incontri sono a «morte improvvisa», vale a dire che il primo schermidore a mettere a segno una stoccata vince. Se nessuno dei due riesce a vincere nel tempo stabilito, entrambi risultano sconfitti.
Un pentatleta olimpico che vince il 70% dei suoi incontri (in altre parole 25 su 35) guadagna 1000 punti. Le variazioni in difetto o in eccesso da questo totale vengono punite/premiate con la bellezza di 24 punti per incontro.

Nuoto. Il nuoto è considerato la disciplina in cui è più difficile migliorarsi in modo sensibile se ci si avvicina tardi allo sport. Di conseguenza, molti pentatleti di alto livello provengono dal nuoto. Sia uomini che donne gareggiano nei 200 metri stile libero, in batterie la cui composizione è stabilita in base ai migliori tempi personali. Completare il percorso in 2’30” per gli uomini e 2’40” per le donne equivale 1000 punti. Le deviazioni vengono punite/premiate in ragione di 4 punti ogni 33 centesimi di secondo.

Equitazione. Nel salto a ostacoli i cavalli vengono assegnati ai concorrenti tramite un sorteggio che si svolge poco prima dell’inizio della gara, con l’idea di saggiare la loro maestria nel padroneggiare un animale sconosciuto. A questo punto i pentatleti hanno a disposizione venti minuti per cavalcare i loro nuovi destrieri su un campo pratica. Il percorso vero e proprio deve includere dodici ostacoli, tra cui un salto doppio e uno triplo. L’altezza massima delle barriere è di 1,2 metri, e almeno cinque di esse la devono raggiungere.
I punti vengono assegnati sulla base di un tempo prestabilito per portare a termine il percorso, tempo che varia a seconda della lunghezza del percorso. Un cavaliere che compie un percorso netto entro il limite di tempo guadagna 1200 punti. Ogni secondo in più comporta una penalità di 4 punti. Se un concorrente non porta a termine il percorso entro il doppio del tempo stabilito deve interrompere la prova, e lo stesso accade nel caso di due cadute. Gli verranno poi tolti 100 punti per ogni ostacolo che non è riuscito ad affrontare.
Tra le altre penalità vengono tolti 20 punti per ogni infrazione (abbattere parte dell’ostacolo) e 40 per ogni rifiuto del cavallo di saltare. Se un cavallo rifiuta due volte un ostacolo, il cavaliere deve passare al successivo.

Combinata di corsa e tiro. Nel 2008 l’UIPM unì le discipline del tiro e della corsa in un unico evento, che chiude la competizione. La partenza è scaglionata, in quanto agli atleti vengono assegnati handicap sulla base del punteggio accumulato negli eventi precedenti.
La gara inizia con una corsa di circa 20 metri fino al poligono di tiro, dove ogni pentatleta ha a disposizione settanta secondi per colpire 5 bersagli del diametro di 59,5 millimetri da una distanza di 10 metri con una pistola ad aria compressa (o a laser). Non c’è limite al numero di colpi che si possono sparare entro il limite di tempo, ma le pistole devono restare a contatto del tavolo durante ogni ricarica. I concorrenti devono inoltre lasciarle in posizione sicura, vale a dire aperte, scariche e puntate verso la zona del bersaglio. Ciascuna infrazione a queste regole comporta una penalità di dieci secondi. Le penalità si scontano subito: ai colpevoli viene impedito di proseguire la gara fino allo scadere della penalità.
Gli atleti che riescono a colpire tutti e cinque i bersagli entro il tempo stabilito possono proseguire per la prima delle tre frazioni di corsa da 1000 metri. Se non riescono a colpire uno o più bersagli devono aspettare che trascorrano altri settanta secondi prima di iniziare a correre. Non ci sono altre penalità per i bersagli mancati; se non li si colpisce tutti e cinque, tanto vale mancarli tutti.
La procedura di tiro si ripete dopo la prima e la seconda corsa di 1000 metri. La terza corsa si conclude sulla linea d’arrivo. Grazie al sistema degli handicap, il primo a tagliare il traguardo è il vincitore dell’intera competizione.

Le finezze
Molti sport sono molto più affascinanti se visti dal vivo che non in televisione, e il pentathlon moderno ne è un ottimo esempio. La tensione si accumula nel corso della giornata, creando un’eccitazione in prossimità dell’ultima gara che è impossibile avvertire se non si è assistito all’intero svolgersi dell’evento.

Per alcuni spettatori, il pentathlon soffre dello stesso problema che affligge tutti gli sport multidisciplinari: in ciascuna specialità gli atleti migliori sono altrove. Ma nel guardare questo sport occorre pensare in termini cumulativi. Se avete tempo per guardare solo un paio di gare, scegliete l’equitazione e la combinata. La prima può essere molto drammatica, con alcuni concorrenti che mandano all’aria le loro chance di vittoria sbattendo su un ostacolo e altri autori di recuperi clamorosi grazie a un percorso netto. La combinata corsa/tiro offre un elemento di novità oltre a rivelare il risultato finale.

Il pentathlon moderno alle Olimpiadi

Il pentathlon moderno debuttò ai Giochi di Stoccolma del 1912. Gli svedesi si applicarono alla grande al nuovo sport, occupando sei dei primi sette posti nella gara inaugurale e proseguendo con il vincere otto dei primi nove titoli olimpici. Nel 1912 il futuro generale americano George Patton si classificò quinto, e per ironia della sorte fu la prova al tiro a deluderlo. In questa disciplina si piazzò ventunesimo ma sostenne di essere stato erroneamente penalizzato per un bersaglio mancato, quando invece la sua pallottola era passata attraverso un buco preesistente. Dimostrò così un’intraprendenza che gli sarebbe molto servita in tempo di guerra, ma nessuno gli credette.

Prima della gara di tiro ai Giochi del 1932, lo svedese Johan Oxenstierna decise di esplodere qualche colpo di prova in un boschetto nei pressi. Fu avvicinato da un poliziotto del dipartimento di Los Angeles che minacciò di arrestarlo. Oxenstierna insistette dicendo che stava per prendere parte a una gara olimpica; pur sospettoso, alla fine il poliziotto cedette e Oxenstierna vinse l’oro. A Berlino 1936 il tedesco Gotthard Handrick interruppe il dominio svedese nella disciplina, mentre il bronzo vinto dal nostro Abba fu la prima medaglia conquistata dall’Italia nel pentathlon moderno.

A Helsinki 1952 Lars Hall, carpentiere di Göteborg, fu il primo non militare a vincere la gara di pentathlon moderno, anche grazie a un colpo di fortuna nella prova di equitazione: quando il cavallo che aveva ricevuto in sorteggio si rivelò zoppo, gli fu assegnato il miglior saltatore della Finlandia. I Giochi di Helsinki videro inoltre l’introduzione della prova a squadre, che durò fino a Barcellona 1992.

La gara di pentathlon a Città del Messico 1968 fu guastata da un incidente che coinvolse il tedesco occidentale Hans-Jürgen Todt, che si infuriò a tal punto per il rifiuto del suo cavallo a saltare un ostacolo da aggredire l’animale ed essere trascinato via dai compagni di squadra. Agli stessi Giochi, lo svedese Hans-Gunnar Liljenwall fu il primo atleta olimpico a risultare positivo a un test antidoping; sostenne di avere bevuto un paio di birre per calmarsi i nervi prima della prova di tiro. Alle successive Olimpiadi di Monaco quattordici pentatleti risultarono avere assunto tranquillanti prima della gara di tiro. I farmaci in questione, Librium e Valium, erano stati banditi dall’UIPM ma non dal CIO, il cui verdetto ebbe la meglio su quello dell’ente di governo dello sport.

A Montréal 1976 la gara di pentathlon partì malissimo quando il capitano Orben Greenwald degli Stati Uniti fu deferito alla corte marziale per insubordinazione dal suo stesso team manager, il tenente colonnello Donald Johnson. Le cose peggiorarono ulteriormente quando si scoprì che il maggiore dell’Armata Rossa Boris Onishchenko aveva barato nella gara a squadre. L’Unione Sovietica venne squalificata, lasciando via libera alla Gran Bretagna che vinse l’oro.

Gli organizzatori del pentathlon moderno a Los Angeles 1984 presero due importanti decisioni per ristabilire la reputazione dello sport. Per combattere il problema del doping, decisero di spostare la gara di tiro (quella in cui era più comune l’assunzione di pillole) poche ore prima della prova di corsa. Nessuno voleva prendere tranquillanti prima della corsa, perciò la misura si rivelò efficacissima. La seconda decisione fondamentale fu quella di scaglionare la partenza dei concorrenti nella gara finale, la corsa campestre, basandosi sui punteggi precedentemente accumulati. L’atleta che avesse tagliato per primo il traguardo avrebbe perciò vinto la competizione, una mossa che migliorò indubbiamente il livello dello spettacolo. Proprio i Giochi di Los Angeles si rivelarono i più gloriosi per il pentathlon italiano: Masala e Massullo vinsero rispettivamente l’oro e il bronzo nella gara individuale, e insieme a Cristofori trionfarono nella gara a squadre. Massullo vinse poi l’argento sia individuale che a squadre a Seul 1988, mentre l’epoca d’oro del pentathlon azzurro si concluse a Barcellona con il bronzo a squadre.

Nel 1992 l’UIPM decise di cambiare di nuovo la formula spostando la prova di equitazione alla fine della competizione, sia individuale che a squadre. La logica era che questa parte del pentathlon era soggetta a variazioni di punteggio più drammatiche rispetto alle altre, per cui una brutta esibizione al salto ostacoli poteva mettere fuori gara un concorrente per tutto il resto della competizione. Era dunque più sensato spostare l’evento alla fine, mantenendo l’incertezza più a lungo. La finale individuale si risolse in effetti in un clamoroso rovesciamento: il russo Eduard Zenovka iniziò l’ultima prova con 106 punti di vantaggio sul polacco Arkadiusz Skrzypaszek e la terminò 212 punti dietro. Le autorità dello sport decisero comunque di tornare alla vecchia formula nei Giochi successivi.

Ad Atlanta la gara di pentathlon moderno fu animata dall’attore svedese-americano Dolph Lundgren, nel ruolo di capitano non giocatore della squadra americana. Dal punto di vista sportivo la cosa fu di scarsa rilevanza, visto che la gara a squadre era stata esclusa dai Giochi dopo Barcellona, ma la presenza di Lundgren fu utilissima ad alzare il profilo dell’evento. Due anni prima l’attore aveva recitato in un orribile e stroncatissimo film intitolato Pentathlon, nei panni di un vincitore di medaglia d’oro della Germania Est che sfuggiva alle grinfie di un sadico allenatore interpretato da David Soul.

La prova individuale di pentathlon moderno femminile fu inserita nel programma dei Giochi di Sydney 2000, e vide la vittoria della britannica Stephanie Cook sull’americana Emily De Riel. I due successivi titoli olimpici sono andati all’ungherese Zsuzsanna Vörös e alla tedesca Lena Schöneborn.

Il più recente e significativo sviluppo del pentathlon moderno è consistito nella decisione dell’UIPM di creare la combinata di corsa e tiro, che farà il suo debutto olimpico a Londra 2012. Resta da vedere se questo cambiamento sarà sufficiente a rispondere ai molti che criticano il suo status olimpico, ritenendo il pentathlon uno sport troppo astruso e inadatto al pubblico televisivo. Lo sport non gode di buona salute nemmeno dal punto di vista finanziario: fare il pentatleta è molto costoso, e i fondi garantiti dalle varie nazioni sono sensibilmente calati dopo la scomparsa della gara a squadre. Eppure già nel 2005 il pentathlon moderno è uscito indenne da una votazione sul suo futuro olimpico, garantendosi la presenza ai Giochi almeno fino a Londra.